La replica di Petro alle accuse di Ortega
Il presidente colombiano Gustavo Petro ha replicato con fermezza alle accuse di Daniel Ortega, che lo aveva definito “servo degli Stati Uniti” insieme al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Petro ha sottolineato che l’insulto è stato rivolto a lui e a Lula solo perché si battono per una soluzione pacifica e democratica per la crisi in Venezuela.
“Ci ha chiamato ‘servi’ solo perché vogliamo una soluzione pacifica e democratica per il Venezuela”, ha scritto Petro in un post su X (ex Twitter).
Il presidente colombiano ha poi aggiunto: “Questo insulto mi permette di rispondergli che almeno io non violo i diritti umani del popolo del mio Paese e ancor meno quelli dei miei compagni d’armi e di lotta contro le dittature.”
Le accuse di violazioni dei diritti umani contro Ortega
Le parole di Petro sono un chiaro riferimento alle gravi accuse di violazioni dei diritti umani che pesano sul governo di Ortega in Nicaragua. Il leader sandinista è stato accusato di aver perseguitato e incarcerato oppositori politici, giornalisti e attivisti, con un’attenzione particolare nei confronti di molti dei suoi ex compagni di lotta durante la rivoluzione sandinista contro il regime di Anastasio Somoza.
Le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno denunciato sistematicamente le violazioni del governo Ortega, evidenziando l’uso della violenza, l’arresto arbitrario e la repressione della libertà di espressione e di stampa.
Un confronto tra due visioni politiche
La risposta di Petro a Ortega evidenzia un profondo contrasto tra le due visioni politiche. Petro si presenta come un leader che si batte per la democrazia e i diritti umani, mentre Ortega è accusato di essere un dittatore che reprime la dissidenza. La crisi in Venezuela, al centro del contendere, rappresenta un terreno di scontro tra due approcci diversi alla politica internazionale. Petro e Lula si schierano per una soluzione pacifica e democratica, mentre Ortega sembra privilegiare un approccio autoritario.