Il Molise, l’unica regione senza tassa di soggiorno
Fino al 2023, il Molise si è distinto come l’unica regione italiana a non applicare la tassa di soggiorno. Nessuno dei 56 comuni che avrebbero potuto introdurla l’ha riscossa nel quinquennio 2019-2023. Questa peculiarità ha reso il Molise una regione “tourist tax free”, un’eccezione nel panorama italiano.
Questa situazione è stata interrotta solo quest’anno con l’istituzione dell’imposta di soggiorno da parte del comune di Campobasso, che ha scelto di applicare la tariffa più bassa tra tutti i capoluoghi di regione: un euro per qualsiasi tipologia di alloggio.
Questi dati emergono da un’elaborazione del Centro studi enti locali basata su dati Mef, Banca d’Italia e Istat.
Confronto con altre regioni
A livello nazionale, la Valle d’Aosta si posiziona al primo posto per l’applicazione della tassa di soggiorno, con l’80% dei comuni aventi diritto che la riscuotono. Seguono la Toscana (61%) e la Liguria (54%).
La scelta di Campobasso di introdurre la tassa di soggiorno con una tariffa minima potrebbe essere interpretata come un tentativo di non gravare eccessivamente sui turisti e di incentivare il turismo nella regione.
Resta da vedere se questa misura avrà un impatto positivo sul settore turistico del Molise e se altri comuni della regione seguiranno l’esempio di Campobasso.
Riflessioni sull’imposta di soggiorno
L’introduzione della tassa di soggiorno è un tema complesso e controverso. Da un lato, può essere vista come un modo per finanziare servizi turistici e migliorare l’esperienza dei visitatori. Dall’altro, alcuni sostengono che possa scoraggiare i turisti e danneggiare il settore turistico.
Nel caso del Molise, la scelta di Campobasso di introdurre la tassa con una tariffa minima potrebbe essere una strategia per mitigare i potenziali effetti negativi e per attirare i turisti senza gravare eccessivamente sulle loro spese.
Sarà interessante osservare come questa decisione si tradurrà in termini di ricavi per il comune e di impatto sul turismo nella regione.