Un’apertura all’Occidente? Le parole di Khamenei e le speranze di un nuovo negoziato
La Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, ha rilasciato una dichiarazione che ha suscitato un’ondata di interpretazioni e speranze a livello internazionale. Parlando al presidente Masoud Pezeshkian e ai ministri del nuovo governo, Khamenei ha affermato che è possibile “interagire con il nemico in certe situazioni”. Sebbene abbia sottolineato di non riporre la propria fiducia nel nemico, le sue parole sono state interpretate dai media internazionali come un’apertura all’Occidente per un nuovo negoziato sul nucleare.
Questo nuovo scenario si inserisce in un contesto di stallo dei colloqui avviati alla fine del 2021 per rilanciare il JCPOA, l’accordo sul nucleare raggiunto nel 2015 e fallito tre anni dopo a causa dell’uscita degli Stati Uniti dal patto e della ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio da parte di Teheran. La presenza di due funzionari che hanno ricoperto il ruolo di negoziatori sul nucleare nel nuovo governo, Abbas Araghchi e Javad Zarif, alimenta ulteriormente le speranze di un riavvio dei colloqui.
Il tono utilizzato da Khamenei è simile alle dichiarazioni rilasciate dal leader all’epoca del raggiungimento del JCPOA, il che fa pensare che la porta a un nuovo negoziato potrebbe essere aperta. Tuttavia, è importante sottolineare che Khamenei ha anche messo in guardia contro la fiducia nel nemico, suggerendo che un’eventuale interazione dovrebbe essere condotta con cautela e con una chiara strategia.
Il contesto internazionale e le sfide per un nuovo accordo
L’eventuale riavvio dei colloqui sul nucleare si inserisce in un contesto internazionale complesso. Le tensioni tra Iran e Stati Uniti sono ancora alte, e l’uscita di Washington dal JCPOA ha lasciato un segno profondo. La ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio da parte di Teheran ha ulteriormente inasprito i rapporti tra le due potenze, e le sanzioni imposte dagli Stati Uniti all’Iran continuano a pesare sull’economia del Paese.
Un nuovo accordo dovrebbe affrontare una serie di sfide. In primo luogo, è necessario trovare un punto di incontro tra le posizioni di Iran e Stati Uniti, che sono profondamente divergenti. In secondo luogo, è necessario garantire che un nuovo accordo sia sostenibile nel tempo e che non venga minacciato da cambiamenti di governo o da eventi imprevisti. Infine, è necessario coinvolgere tutti gli attori regionali e internazionali interessati, per garantire che un nuovo accordo sia effettivamente in grado di contribuire alla stabilità della regione.
Una finestra di opportunità?
Le parole di Khamenei aprono una finestra di opportunità per un nuovo negoziato sul nucleare. Tuttavia, è fondamentale non farsi prendere dall’entusiasmo e ricordare che la strada verso un accordo sarà lunga e complessa. La storia del JCPOA insegna che la fiducia è un bene prezioso, ma anche fragile. Un nuovo accordo dovrebbe essere basato su principi di trasparenza, verificabilità e reciproco rispetto, per garantire che sia in grado di portare a una soluzione duratura e sostenibile.