La lettera dei medici al Comitato investigativo di Mosca
Un gruppo di 97 medici russi ha firmato una lettera indirizzata al Comitato investigativo di Mosca in cui si chiede di indagare i dipendenti del sistema penitenziario per la morte in carcere dell’oppositore Alexey Navalny. La notizia è stata riportata da diverse testate in lingua russa, tra cui Meduza e Novaya Gazeta Europe. I medici si riferiscono a un documento in cui le autorità russe rifiutano l’apertura di un’inchiesta sulla morte del rivale numero uno di Putin, sostenendo che la causa ufficiale della morte di Navalny è stata “una malattia combinata: ipertensione con danno vascolare e d’organo, miocardiosclerosi diffusa, complicata dallo sviluppo di edema cerebrale, fibrillazione ventricolare, edema polmonare”.
I firmatari della lettera sostengono che i danni di questo tipo si sviluppano con un’ipertensione prolungata con un pronunciato aumento della pressione sanguigna. Denunciano che a Navalny “non è stata prescritta una terapia antipertensiva” e che l’oppositore “ha continuato a essere regolarmente inviato in una cella di punizione, nonostante le controindicazioni mediche esistenti”. Secondo i medici, questo “alla fine ha portato allo sviluppo di gravi complicazioni dell’ipertensione come l’edema polmonare, l’edema cerebrale, la fibrillazione ventricolare e la morte”.
La responsabilità di Putin secondo i medici
Secondo Meduza, 89 medici avrebbero anche scritto a Putin affermando che, “anche supponendo che la causa della morte di Alexei Navalny non sia violenta”, il presidente russo ne ha “la responsabilità” per aver, secondo loro, “ignorato l’opinione degli esperti della comunità medica”.
Il contesto della morte di Navalny
Alexey Navalny è stato un noto oppositore politico russo, noto per le sue critiche al governo di Vladimir Putin. Nel 2020, è stato avvelenato con l’agente nervino Novichok, un evento che ha suscitato scalpore internazionale. Dopo essere stato rilasciato dalla prigione in Germania, dove era stato curato per l’avvelenamento, Navalny è tornato in Russia e arrestato. È stato condannato a nove anni di carcere per frode, un verdetto che molti hanno considerato politicamente motivato. La sua morte in carcere ha riacceso il dibattito sulle violazioni dei diritti umani in Russia e sulle condizioni di detenzione dei prigionieri politici.
Considerazioni personali
La richiesta di indagine da parte dei medici russi sulla morte di Alexey Navalny solleva serie preoccupazioni riguardo alla trasparenza e alla giustizia nel sistema penitenziario russo. La mancanza di cure mediche adeguate e l’invio frequente in una cella di punizione, nonostante le controindicazioni mediche, suggeriscono una possibile negligenza o addirittura un atto intenzionale. È importante che le autorità russe prendano in seria considerazione le accuse dei medici e conducano un’indagine indipendente e trasparente per far luce sulle circostanze della morte di Navalny. La morte di un oppositore politico in carcere, in circostanze sospette, è un evento grave che non può essere ignorato. L’opinione pubblica internazionale è attenta a questa vicenda e si aspetta che la Russia dimostri il suo rispetto per i diritti umani e la giustizia.