Un’ottava commemorazione nel segno del dolore e della speranza
Il Parco della memoria di Pescara Del Tronto (Ascoli Piceno) ha ospitato la notte scorsa la commemorazione dell’ottavo anniversario del terremoto del 24 agosto 2016, un evento che ha causato la morte di 52 persone nel comune di Arquata del Tronto. Il giardino, gremito di partecipanti, ha accolto familiari delle vittime provenienti da diverse località, tra cui Roma e Pomezia.
La celebrazione, iniziata con la recita del rosario alle ore 2.30, ha visto la messa officiata da padre Emanuel, parroco di Arquata dal 2021. Il sacerdote ha ricordato la tragedia, descrivendola come “una notte senza fine, una notte che ha portato un dolore grande, qualcosa che nessuno poteva immaginare”. Tuttavia, ha aggiunto, “la morte non è l’ultima parola della nostra vita, perché chi crede avrà la vita eterna: è questa la consolazione che ci ha dato il Signore”.
Il rintocco della campana e il silenzio commovente
Il momento di maggior emozione e raccoglimento è stato senza dubbio quello in cui, in assoluto silenzio, si è atteso lo scoccare delle 3.36, l’ora del terremoto. Il rintocco della campana ha scandito l’appello delle 52 vittime, suscitando commozione in tutti i presenti, tra cui il sindaco di Arquata, Michele Franchi.
Il messaggio di speranza del vescovo di Ascoli
Monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo di Ascoli, ha preso la parola prima della conclusione della messa. “E’ una notte che non avremmo mai voluto aver vissuto – ha detto – una notte che ha segnato la morte dolorosa e improvvisa di 52 nostri fratelli e il suono della campana che ha accompagnato il nome di ognuno di loro ci rimbomba dentro”. Il vescovo ha sottolineato come questo suono non sia solo nelle orecchie, ma “nel nostro cuore, nel nostro profondo”.
“Questa notte contiene un mistero inspiegabile, incomprensibile e celebrare l’eucarestia è difficile in questa notte, ma è il segno della presenza di Dio”, ha continuato monsignor Palmieri. “Solo quando, un giorno, potremo riabbracciare i nostri cari che se ne sono andati quella notte, allora la nostra fatica troverà una risposta e troverà compimento. Al Signore chiediamo solo di poterli riabbracciare”.
Un appello alla ricostruzione e al futuro
Il vescovo ha concluso il suo intervento con un ammonimento: “tutti, ognuno per le proprie responsabilità, dobbiamo fare tutto il necessario affinché questi luoghi possano ripartire. Le 52 vittime ci impongono di fare del nostro meglio per questo obiettivo”.
Un anniversario di dolore e speranza
La commemorazione dell’ottavo anniversario del terremoto di Arquata del Tronto è un momento di profonda riflessione sul dolore e la perdita, ma anche sulla speranza e la resilienza. La comunità di Arquata ha dimostrato una straordinaria forza nel ricostruire le proprie vite e il proprio territorio. L’appello del vescovo alla ricostruzione e al futuro è un invito a non dimenticare le vittime e a lavorare per un futuro migliore.