Medvedev attacca Durov: “Un russo pericoloso” in Occidente
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha lanciato un’accesa critica nei confronti di Pavel Durov, fondatore di Telegram, in un post pubblicato sul suo canale Telegram. Medvedev ha definito Durov un “russo pericoloso” in Occidente, sostenendo che ha “sbagliato i calcoli” nel lasciare la Russia.
“Una volta, tempo fa, chiesi a Durov perché non volesse collaborare con le forze dell’ordine in caso di reati gravi. ‘Questa è la mia posizione di principio’, affermò. ‘Allora ci saranno problemi seri in ogni Paese, gli dissi – racconta Medvedev -. Ha ritenuto di avere i maggiori problemi in Russia e se n’è andato, ottenendo poi anche permessi di cittadinanza/residenza in altri Stati. Voleva essere un brillante ‘uomo di mondo’ che vive benissimo senza patria. ‘Ubi bene ibi patria!’ (Dove sto bene lì è la mia patria, ndr). Ha sbagliato i calcoli. Per tutti i nostri nemici comuni, ora è russo, e quindi imprevedibile e pericoloso. Di sangue diverso.
Non certo Musk o Zuckerberg (che, tra l’altro, sta collaborando attivamente con l’Fbi). Durov dovrebbe finalmente rendersi conto che la Patria non può essere scelta…”.
Le accuse di Medvedev e il contesto politico
Le parole di Medvedev arrivano in un contesto di crescente tensione tra Russia e Occidente. Il fermo di Durov in Francia, seppur non direttamente collegato alle tensioni geopolitiche, è stato interpretato da alcuni come un segnale di come la figura del fondatore di Telegram sia vista con sospetto in Occidente. Medvedev, con le sue parole, sembra voler alimentare questa percezione, presentando Durov come un “russo pericoloso” che ha scelto di vivere in Occidente, ma che non può sfuggire alle sue origini.
Il riferimento a Musk e Zuckerberg, entrambi personaggi di spicco nel mondo tech, sembra voler sottolineare come la collaborazione con le autorità sia vista come un requisito per operare in Occidente, a differenza di Durov che ha scelto di mantenere una posizione di principio di non collaborazione con le forze dell’ordine.
La frase finale di Medvedev, “La Patria non può essere scelta”, rimanda a un concetto di appartenenza nazionale che sembra essere al centro della critica mossa a Durov.
L’attacco di Medvedev a Durov potrebbe essere interpretato come un tentativo di delegittimare la figura del fondatore di Telegram, presentandolo come un individuo non affidabile e potenzialmente pericoloso per l’Occidente.
La questione del rapporto tra Durov e le autorità russe è complessa e controversa. Il fondatore di Telegram è stato spesso criticato per la sua posizione di non collaborazione con le forze dell’ordine, ma allo stesso tempo è stato anche elogiato per la sua difesa della libertà di espressione e della privacy online.
Un’analisi delle accuse di Medvedev
Le accuse di Medvedev a Durov sono da analizzare con attenzione. È importante ricordare che Medvedev è un esponente del governo russo e che le sue parole vanno interpretate in questo contesto.
La definizione di Durov come “russo pericoloso” in Occidente sembra voler alimentare una narrativa di sospetto e diffidenza nei confronti del fondatore di Telegram.
È importante sottolineare che la posizione di Durov di non collaborazione con le forze dell’ordine è stata espressa in passato e che non è necessariamente collegata alle tensioni geopolitiche attuali.
Le parole di Medvedev potrebbero essere un tentativo di delegittimare Durov e di presentarlo come un individuo non affidabile, ma è importante valutare le sue accuse in modo obiettivo e con un’analisi critica.