Un libro per ricordare Danilo Dolci
Nel centenario della nascita di Danilo Dolci, un libro edito da Navarra, “Ci hanno nascosto Danilo Dolci”, si propone di riportare alla luce la figura di questo straordinario sociologo, conosciuto come il “Ghandi siciliano”, e il suo impegno per la Sicilia del dopoguerra. L’autore, Giuseppe Maurizio Piscopo, già insegnante, giornalista e musicista, denuncia l’assenza di Dolci dai libri di scuola e lo ripropone come modello di impegno civile e lotta per i diritti.
Il libro, con il suo titolo provocatorio, sottolinea l’urgenza di riscoprire la figura di Dolci, un uomo che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia, alla battaglia per l’acqua e alla costruzione di una diga nell’Alto Belice. Dolci, attraverso inchieste sulla povertà e il sottosviluppo, ha promosso scioperi alla rovescia per affermare il diritto di lavorare e ha sfidato il potere mafioso con la “Radio dei poveri cristi”, un’emittente improvvisata che ha diffuso per 27 ore le sue denunce prima di essere chiusa dalla polizia.
L’eredità di Dolci
Il libro, oltre alla prefazione di Amico Dolci, figlio del sociologo, racconta la storia di Dolci attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto e con cui ha lavorato. Il contenuto è arricchito da un brano musicale, “Spine sante”, eseguito dallo stesso Piscopo e da Pierpaolo Petta, e da un disegno di Tiziana Viola-Massa e dalle foto di Melo Minnella, Giuseppe Leone e dell’archivio del centro studi fondato da Dolci.
La storia del rapporto di Dolci con la Sicilia inizia il 14 ottobre 1952, quando il sociologo triestino, appena arrivato in Sicilia, assistette alla morte per denutrizione di un bambino. Accanto al corpo del piccolo, Dolci diede inizio al primo dei tanti digiuni che lo resero famoso per le sue battaglie per il lavoro, il pane, l’acqua e la democrazia.
Un messaggio per il futuro
Il libro “Ci hanno nascosto Danilo Dolci” è un invito a riscoprire l’eredità di un uomo che ha dedicato la sua vita alla lotta per la giustizia sociale e la difesa dei diritti civili. Dolci, con il suo esempio, ci ricorda che la lotta per la giustizia è un percorso continuo che richiede coraggio, determinazione e un profondo amore per la propria terra e per il prossimo.
Il libro è un’occasione per riflettere sul ruolo della scuola e della cultura nella formazione delle nuove generazioni e sulla necessità di trasmettere ai giovani i valori di solidarietà, di impegno civile e di lotta per la giustizia. Il messaggio di Dolci, un messaggio di speranza e di cambiamento, è più che mai attuale in un momento storico in cui la società è attraversata da profonde divisioni e da un crescente senso di disillusione.
L’importanza di ricordare
Ritengo che sia fondamentale riscoprire la figura di Danilo Dolci e il suo impegno per la Sicilia. La sua storia ci ricorda che la lotta per la giustizia sociale e la difesa dei diritti civili sono compiti che non possono essere dimenticati. La sua eredità è un monito per tutti noi a non rassegnarci all’ingiustizia e a lavorare per un futuro più equo e solidale.