Indagini serrate per l’omicidio di Sharon Verzeni
Le indagini per l’omicidio di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa a coltellate la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio a Terno d’Isola, proseguono a ritmo serrato. I carabinieri del comando provinciale di Bergamo, affiancati dai colleghi del Ros e del Ris e coordinati dal sostituto procuratore Emanuele Marchisio, stanno ascoltando tutte le persone che facevano parte della ‘sfera relazionale’ della vittima, per cercare di ricostruire gli ultimi giorni della sua vita e individuare eventuali sospetti.
Dopo l’interrogatorio del compagno Sergio Ruocco, ascoltato per la seconda volta la scorsa settimana, sono stati sentiti i genitori, la sorella, il fratello e il cognato di Sharon. Oggi è stata la volta della mamma del compagno, Maria Rosa Sabadini, e degli zii paterni della vittima. Nessuno di loro è indagato, ma tutti sono stati sentiti con la formula delle ‘persone informate sui fatti’, senza la necessità di essere accompagnati da un avvocato.
Una lettera anonima come appello alla verità
Intanto, a Terno d’Isola è comparsa una lettera anonima, scritta a mano con la penna blu e appesa in via Castegnate, proprio nel punto in cui è stata uccisa Sharon. La lettera, un appello a chiunque possa aver visto qualcosa di utile alle indagini, è un grido di dolore e di speranza per la comunità di Terno d’Isola, sconvolta da questo brutale omicidio.
“Caino è chiunque non parli, chiunque non dica la verità. Nessuno può riportarcela indietro ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò – si legge nella lettera -. Non siate complici di questa brutalità: Sharon è figlia di tutti, è una parte della nostra vita. Chi sa non volga le spalle, non si nasconda, ma abbia il coraggio di dare giustizia a una vita.”
La lettera esprime anche il profondo senso di angoscia e smarrimento che pervade la comunità: “Niente è come prima, nessun respiro, nessun attimo di vita. Il pensiero è fisso su Sharon e sulla parola perché? La vita è ferma a quella notte – prosegue la lettera -. La parola perché è la prima del mattino e l’ultima della giornata. Ogni giorno è così, ogni giorno è angoscia.”
Un giallo senza uscita?
Le indagini sono ancora in corso e il mistero resta fitto. L’autopsia non ha fornito molti elementi d’aiuto, non è stato possibile accertare se Sharon sia stata colpita prima alla schiena o di fronte e nemmeno se l’assassino sia uomo o donna, destrorso o mancino.
Un’altra persona sentita dai carabinieri è un residente di via Castegnate che inizialmente aveva riferito di essere stato a dormire al momento del delitto. Ma un video di una telecamera lo ha ripreso sul balcone a fumare mentre passava la persona in bicicletta che potrebbe dare informazioni preziose sul delitto. Quando i militari glielo hanno fatto notare, ha risposto di non ricordare.
L’ottimismo per le analisi del Ris è poco, visto che l’aggressione è stata molto rapida e probabilmente l’assassino non ha lasciato il suo dna sulla vittima o sui suoi abiti. Rimane la domanda: qualcuno sapeva che Sharon sarebbe uscita a camminare più tardi del solito e l’ha aspettata per ammazzarla? O è stata l’azione casuale di uno squilibrato?
L’omicidio di Sharon Verzeni è un giallo che ad ora pare senza uscita, ma le indagini proseguono con l’obiettivo di fare luce su questo brutale delitto e dare giustizia alla vittima.
Un’ombra di mistero
L’omicidio di Sharon Verzeni è un caso che suscita profondo turbamento. Le indagini sono ancora in corso e il mistero resta fitto. La lettera anonima è un segno tangibile del dolore e della speranza della comunità, ma anche un monito a non perdere la fiducia nella giustizia. L’assenza di elementi concreti e la natura brutale del delitto rendono difficile l’individuazione del colpevole. Speriamo che le indagini facciano luce su questo caso e che la famiglia di Sharon possa trovare un po’ di pace.