La premier ‘irreperibile’: la politica si interroga
Giorgia Meloni è sparita dai radar. Dopo aver lasciato Ceglie Messapica, la premier si è concessa un ultimo fine settimana di relax, lontano dai riflettori, prima di riprendere il filo dei rapporti con gli alleati e i tanti dossier che la aspettano alla ripresa, dal commissario Ue ai conti pubblici in vista della manovra.
La location delle sue vacanze è top secret, solo alcuni intimi conoscono il luogo, che è diventato oggetto di polemiche. I cronisti hanno stazionato invano di fronte alla masseria Beneficio per una decina di giorni, mentre la politica si interroga sull’opportunità che la premier sia “irreperibile” da quasi due giorni.
Mentre si moltiplicano le supposizioni (in Sardegna da Arianna, all’Argentario, in barca), l’attenzione rivolta alle sue vacanze irrita la premier, come lascia intuire la dichiarazione del suo capo ufficio stampa, Fabrizio Alfano.
Alfano precisa che la presidente del Consiglio “è in Italia e sempre reperibile” per assolvere ai suoi compiti o in caso di “necessità istituzionali”, ma questo non vuol dire che sia “una concorrente del Grande Fratello”. Chiede privacy, insomma, la premier, che già in passato aveva protetto la sua famiglia, e in particolare la figlia, dalla ribalta.
La privacy della premier e le reazioni politiche
Anche se poi lei stessa, nei due anni da capo del governo, ha annunciato via social la fine della relazione con l’ex compagno, Andrea Giambruno, o ha postato più volte foto con la madre, la sorella Arianna, e la figlia Ginevra, fino alla discesa dalla scaletta dell’aereo di Stato mano nella mano per la missione in Cina, oggetto a sua volta di polemiche. Apparizioni e comunicazioni che riguardano la sua sfera privata fatte per sua scelta.
Diverso è, nell’analisi del suo staff, dover “comunicare pubblicamente in dettaglio i propri spostamenti, quasi si trovasse in regime di libertà vigilata”.
In una estate “di appassionanti notizie sul menù quotidiano del presidente del Consiglio, la pretesa di comunicarne ogni istante sta evidentemente assumendo contorni surreali: a quanto risulta – conclude ironico il capo ufficio stampa – il ruolo di capo del governo non prevede ancora il braccialetto elettronico”.
Una nota, quella dello staff, “sorprendente” per la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella che ricorda come sia “giusto che il Paese sappia dove si trova” la presidente del Consiglio “senza che questo la renda una sorvegliata speciale”.
Sembra “impossibile che sia irreperibile”, affonda il presidente dei senatori di Iv Enrico Borghi: “chiediamo di sapere se la Presidente del Consiglio è in territorio italiano o no e nel caso se abbia affidato ad altro ministro le sue deleghe”.
La privacy dei leader politici: un dilemma moderno
Il caso di Giorgia Meloni solleva un dilemma sempre più attuale: fino a che punto la privacy di un leader politico può essere sacrificata in nome della trasparenza e del diritto dei cittadini di sapere dove si trova il capo del governo? La premier ha ragione nel chiedere un minimo di riservatezza, soprattutto per la sua famiglia, ma è anche vero che il suo ruolo comporta un’attenzione pubblica che va oltre la sfera privata. La soluzione potrebbe risiedere in un equilibrio più delicato, che garantisca la privacy del leader e allo stesso tempo informi i cittadini sui suoi spostamenti in modo chiaro e trasparente, senza dover ricorrere a dettagli superflui o invasivi.