Un medagliere d’oro per l’Italia ai Mondiali Juniores
I Mondiali su pista juniores di Luoyang, in Cina, hanno regalato all’Italia un bottino di tutto rispetto: due ori e un record del mondo, con un medagliere che si arricchisce di ben cinque podi. Queste vittorie, insieme ai successi ottenuti agli Europei juniores e Under 23 di Cottbus e ai Mondiali dello scorso anno, confermano la validità del progetto a lungo termine della Federciclismo, che punta dritto alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
“Questi risultati sono la conferma che questa gestione ha un progetto a lungo termine che riguarda le Olimpiadi di Los Angeles”, ha dichiarato con orgoglio il presidente della Federciclismo (Fci), Cordiano Dagnoni, dopo l’oro del quartetto di inseguimento e quello del Keirin. “Aldilà delle medaglie, a dimostrare il valore del lavoro svolto c’è il peso della prestazione. Il quartetto azzurro ha ritoccato ancora una volta il record del mondo, che già ci apparteneva, coprendo la distanza in 3’51″199”, ha aggiunto Dagnoni, evidenziando il grande lavoro svolto da tutti gli attori del ciclismo italiano.
Dagnoni ha poi rivolto un sentito ringraziamento alle società di base, ai tecnici e allo staff della nazionale, che hanno contribuito a far crescere e maturare questi giovani talenti. “Il nostro ringraziamento va alle società di base che con il loro lavoro fanno crescere e maturare questi ragazzi, e ai tecnici e staff della nazionale che riescono a valorizzarli al meglio in tutti i settori, dall’endurance allo sprint, sia ragazzi sia ragazze”, ha concluso.
Un bilancio positivo per il ciclismo italiano
Il presidente Dagnoni ha espresso un giudizio positivo sul bilancio dei recenti Giochi Olimpici, sottolineando l’eccellente performance del ciclismo italiano. “Il bilancio dei recenti Giochi è decisamente ottimo; ma per poter esprimere un giudizio definitivo attendiamo anche le Paralimpiadi. Rilevo solo che abbiamo ottenuto quattro medaglie con sette atleti diversi, a dimostrazione che non sono frutto di un singolo talento come ha fatto, per esempio, l’Olanda, tre ori con Lavreysen”, ha dichiarato Dagnoni.
Il presidente ha poi evidenziato il ruolo fondamentale del ciclismo nel medagliere italiano, come richiesto dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, alla vigilia dei Giochi. “Il ciclismo ha fatto la sua parte nel far crescere il medagliere dell’Italia, come richiesto dal presidente Malagò alla vigilia dei Giochi. Ringrazio ancora una volta il Coni, la preparazione olimpica, il segretario generale Mornati e Malagò, col quale è nato un rapporto di stima e fiducia che mi auguro possa proseguire. Lo sport italiano non si può permettere di perdere una figura di così consolidata esperienza e grandi capacità”, ha concluso.
Sfide e prospettive per il ciclismo professionistico
Nonostante i brillanti risultati ottenuti nel settore giovanile e nelle altre discipline, il ciclismo professionistico italiano si trova ad affrontare una situazione difficile. “Non accadeva da anni che ci fosse una così grande concentrazione di talenti nel professionismo: da Pogacar a Evenepoel, lasciano ben poco agli altri”, ha osservato Dagnoni.
Il presidente ha poi evidenziato la presenza di campioni come Ganna, Milan e tanti altri ottimi ciclisti, come Consonni e Bettiol, e di giovani promettenti come Tiberi. Tuttavia, la mancanza di una squadra World Tour rende difficile tutelare i corridori italiani, che spesso si ritrovano a svolgere compiti di gregariato.
“In mancanza di una squadra World Tour è difficile tutelare i nostri corridori, a volte sacrificati in compiti di gregariato”, ha sottolineato Dagnoni, evidenziando il problema delle risorse per lo sport italiano in generale e per il ciclismo professionistico in particolare.
“Esiste un problema di risorse per lo sport italiano nel complesso e non solo il ciclismo. Il ciclismo professionistico è quello che ne risente maggiormente, ma e’ l’unico settore in difficoltà. In pista, nel fuoristrada, nel settore femminile, nel mondo paralimpico siamo tra le nazioni leader, come dicono i risultati”, ha concluso Dagnoni.
L’importanza degli impianti e il futuro della Federciclismo
Un altro tema cruciale per il ciclismo italiano è la carenza di impianti su pista. “Montichiari – assicura Dagnoni – a breve tornerà operativa anche per le società di base, ma non può bastare. Siamo impegnati da tempo su più fronti, per far diventare l’impianto bresciano centro di preparazione olimpica con i contributi del PNRR, per far ripartire i lavori di Spresiano che si erano arrestati e hanno avuto bisogno di un lungo iter burocratico per sistemare gli errori del passato. La federazione si è mossa per aiutare le amministrazioni locali a reperire fondi per la sistemazione del velodromo di Palermo, di San Giovanni al Natisone e per la copertura del Velodromo di Pordenone. Durante l’ultimo quadriennio sono stati riconsegnati alle comunità diversi impianti all’aperto, come Crema e Cento”, ha spiegato Dagnoni.
Il presidente ha poi ribadito che la federazione si è impegnata a risolvere il problema degli impianti, ma ha riconosciuto che la carenza di strutture è un problema endemico in Italia, non solo nel ciclismo. “La federazione ha fatto il proprio dovere. Certo, il problema dell’impiantistica esiste ed è, oserei dire, endemico nel nostro Paese, non solo per quanto riguarda il ciclismo”, ha concluso.
A chiusura del quadriennio olimpico, la Federciclismo ha presentato un bilancio positivo anche in termini di tesserati, con un leggero calo nel 2023 dopo tre anni di crescita, ma con un aumento del numero di donne tesserate. A gennaio si terrà l’assemblea elettiva, con Dagnoni che si candida per un altro mandato. “Penso che con questo consiglio abbiamo fatto un ottimo lavoro, nonostante le difficoltà in pandemia, che ha quasi azzerato l’attività, e dal poco tempo a disposizione nel programmare. Come molti miei colleghi presidenti -aggiunge- appena arrivato ho dovuto gestire un Olimpiade celebrata con un anno di ritardo,e nonostante tutto, i risultati sono arrivati e l’attività è ripartita. La data del 19 gennaio per l’assemblea elettiva – conclude Dagnoni – è stata scelta proprio per questo. Ritengo fondamentale non perdere tempo e mettere nelle condizioni la nuova federazione di poter programmare con calma. Il primo mandato serve a prendere le misure e impostare il lavoro, ma è nel secondo che si riesce a completare quanto iniziato”, ha spiegato Dagnoni.
Infine, Dagnoni ha ribadito l’impegno della Federciclismo per la sicurezza nelle gare, sottolineando la necessità di un dialogo costruttivo con il legislatore e il Governo. “Anche in tema di sicurezza nelle gare, per la quale “abbiamo più volte cercato di far sentire le nostre ragioni al legislatore e al Governo, a volte ascoltanti, in altri casi un po’ meno. Continueremo a dire la nostra, con spirito costruttivo e senza pregiudizi”, ha concluso.
Un futuro luminoso per il ciclismo italiano
I risultati ottenuti ai Mondiali Juniores di Luoyang e il bilancio positivo del quadriennio olimpico lasciano ben sperare per il futuro del ciclismo italiano. La Federciclismo ha dimostrato di avere un progetto a lungo termine, con un focus sulle Olimpiadi di Los Angeles 2028, e di essere in grado di valorizzare i giovani talenti. La sfida per il futuro sarà quella di affrontare le difficoltà del ciclismo professionistico e di risolvere il problema della carenza di impianti. Ma con la passione, la determinazione e il lavoro di squadra, il ciclismo italiano può continuare a brillare sulla scena internazionale.
Un futuro promettente per il ciclismo italiano
I risultati ottenuti ai Mondiali Juniores di Luoyang e il bilancio positivo del quadriennio olimpico sono un segnale incoraggiante per il futuro del ciclismo italiano. La Federciclismo ha dimostrato di avere una visione a lungo termine e di essere in grado di coltivare i giovani talenti. Tuttavia, è importante affrontare le sfide del ciclismo professionistico e la carenza di impianti. Con un impegno costante e un lavoro di squadra, il ciclismo italiano ha il potenziale per raggiungere risultati ancora più importanti in futuro.