La rivolta degli studenti
L’estate è finalmente arrivata, ma per molti studenti il periodo di riposo si trasforma in un’altra battaglia da combattere: quella contro i compiti delle vacanze. Un sondaggio condotto da Skuola.net ha rivelato che ben il 75% degli studenti si oppone alla mole di esercizi, letture e consegne assegnate per la lunga pausa estiva. Il 25% si dice categoricamente contrario, mentre il 49% accetterebbe solo un numero limitato di compiti o con modalità diverse.
La protesta degli studenti si basa sull’esigenza di un vero e proprio riposo dopo un anno scolastico impegnativo. La scuola, con le sue lezioni, i test e le attività extracurricolari, sottopone i ragazzi a un carico di lavoro notevole che richiede un periodo di recupero e di svago per rigenerarsi e ricaricarsi.
Il punto di vista dei docenti
Dall’altra parte, alcuni docenti sostengono la necessità di assegnare compiti per le vacanze per evitare che le conoscenze acquisite durante l’anno scolastico vadano perse. Il loro argomento si basa sulla convinzione che le vacanze estive, con la loro durata di tre mesi, possano comportare un’oblio delle competenze scolastiche. In questa prospettiva, gli esercizi e le letture diventano un ponte per aiutare gli studenti a consolidare le conoscenze in modo autonomo, senza l’aiuto dei docenti.
Il professor Raffaele Mantegazza, docente di Scienze Pedagogiche all’Università di Milano-Bicocca, sostiene che i compiti dovrebbero essere pochi e mirati ad appassionare i ragazzi, rendendoli significativi per la loro vita. Il professor Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica e Tecnologie dell’educazione all’Università di Bologna, sottolinea l’importanza della motivazione e dell’equilibrio nell’assegnazione dei compiti, e suggerisce un supporto continuo da parte dei docenti durante l’estate, attraverso strumenti digitali come Teams, Zoom e chat, per garantire un’assistenza costante agli studenti.
Il peso delle materie
Secondo il sondaggio di Skuola.net, la Matematica è la materia che ha “caricato” più compiti, con il 38% degli studenti che la considera l’avversario più consistente. Seguono l’Italiano, con temi e letture che rappresentano un ostacolo per il 23% degli studenti, e le lingue classiche (latino e greco) e le lingue straniere, indicate dal 15% come le discipline con più esercizi assegnati.
Nonostante il carico di lavoro, la maggior parte degli studenti si dice fiduciosa di riuscire a portare a termine i compiti in tempo utile. Oltre il 70% degli studenti si aspetta di arrivare a settembre con i compiti completati o quasi.
Il dibattito aperto
Il dibattito sulla necessità o meno dei compiti per le vacanze è aperto e complesso. Da un lato, c’è il diritto degli studenti a un periodo di riposo e di svago, essenziale per la loro crescita personale e il loro benessere. Dall’altro, c’è l’esigenza di mantenere le competenze acquisite durante l’anno scolastico e di favorire un apprendimento continuo.
La soluzione potrebbe risiedere in un approccio più equilibrato e consapevole all’assegnazione dei compiti, con un focus sulla qualità piuttosto che sulla quantità, e con un supporto continuo da parte dei docenti durante l’estate. È importante che gli studenti si sentano coinvolti e motivati nel loro apprendimento, e che le vacanze estive siano un periodo di riposo e di crescita, non di stress e di ansia.
Un equilibrio da trovare
La questione dei compiti per le vacanze solleva un dibattito complesso che non ha una risposta univoca. È importante trovare un equilibrio tra il diritto al riposo e l’esigenza di consolidare le conoscenze acquisite durante l’anno. Forse la soluzione sta in un approccio più flessibile e personalizzato, che tenga conto delle esigenze individuali di ogni studente e che non sacrifichi il diritto al riposo e alla spensieratezza tipici dell’estate.