Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no: le accuse di Urso
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha lanciato un ultimatum a Stellantis durante il suo intervento al meeting di Rimini, accusando l’azienda di non aver mantenuto gli impegni presi per lo sviluppo dell’auto in Italia. Urso ha ribadito che il governo ha già fatto la sua parte, rimuovendo l’ostacolo dell’Euro 7 e stanziando un miliardo di euro per il piano incentivi sull’auto, ma che Stellantis non ha risposto adeguatamente a queste misure.
“Nel primo incontro con Tavares lui mi chiese due cose per progettare lo sviluppo dell’auto italiana per raggiungere l’obiettivo di un milione di veicoli. La prima di rimuovere l’ostacolo dell’Euro 7, e ci siamo riusciti, per questo Stellantis ha annunciato il prolungamento di alcuni modelli. Poi ci chiese un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia e abbiamo fatto il più grande piano incentivi sull’auto, un miliardo di euro. Avevamo come obiettivi la rottamazione di veicoli altamente inquinanti e poi consentire che l’auto elettrica fosse alla portata anche dei ceti più deboli. Abbiamo raggiunto questi obiettivi, ma quello del sostegno della produzione italiana non è stato raggiunto. Perché era Stellantis che doveva aumentare la produzione nel nostro Paese per rispondere alle richieste sollecitate dagli incentivi. Quindi il governo ha fatto la sua parte, l’azienda no”, ha affermato Urso.
Il ministro ha anche rimproverato il governo precedente per non aver posto condizioni a Stellantis al momento della sua nascita, quando si presentava la possibilità di esercitare la Golden Power. “Quattro anni fa, quando fu presentato il progetto di Stellantis, anche ai fini dell’esercizio della Golden Power, si sarebbero potuto porre le condizioni”, ha aggiunto Urso. “Ero al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e mi imbattei con documenti ufficiali che sollecitavano una decisione del governo di allora. Quel governo se ne lavò le mani come Ponzio Pilato. Ora noi stiamo recuperando rispetto a quelle posizioni. Noi facciamo le cose con il materiale che abbiamo, col buon senso pratico di colui che sa che deve tutelare l’interesse nazionale ed è quello che faremo”.
Il futuro di Stellantis in Italia: un punto di svolta?
Urso ha poi chiesto a Stellantis di dare “una risposta a breve”, minacciando di riassegnare le risorse del Pnrr se non si manterranno gli impegni presi. “Se non risponde positivamente sul progetto della gigafactory a Termoli, le risorse del Pnrr saranno destinate ad altri. Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perché Stellantis non mantiene gli impegni. E la scadenza è nelle prossime ore”, ha dichiarato il ministro.
Urso ha chiesto a Stellantis di chiarire i suoi piani per la crescita del sistema dei veicoli in Italia, specificando gli investimenti e gli stabilimenti coinvolti. “Stellantis deve dirci come vuole realizzare la crescita del sistema dei veicoli nel nostro paese per raggiungere l’obiettivo del milione di veicoli, con cui Tavares disse di essere d’accordo. Devono rispondere in quali stabilimenti, se davvero faranno la quinta auto a Melfi, se davvero investono su Pomigliano, se davvero intendono realizzare a Cassino, se intendono fare la 500 ibrida a Mirafiore. Stellantis deve dirci anche con quali investimenti, perché non può presentarci contratti di sviluppo, come è successo, in cui richiede risorse allo Stato per ridurre l’occupazione. È Stellantis che deve capire che i contratti di sviluppo si fanno con chi crea occupazione, non con chi la riduce”, ha concluso Urso.
Il sindacato avverte: rischio di 25.000 posti di lavoro
Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, ha espresso forti preoccupazioni per il futuro dell’occupazione in Stellantis, avvertendo di un rischio di perdita di 25.000 posti di lavoro nel 2025 se non si interviene con nuove norme legislative per prorogare la cassa integrazione. “In casa Stellantis, la novità che abbiamo come Cisl è che nel primo semestre del 2024 la produzione di veicoli del gruppo si è ridotta del 25% rispetto al 2023. Si segnalano preoccupazioni in quasi tutti gli stabilimenti italiani, in alcuni dei quali sta scadendo la cassa integrazione e se non si interviene con norme legislative finalizzate a prorogare, nel 2025 rischiamo di perdere circa 25.000 posti di lavoro”, ha avvertito Sbarra.
Sbarra ha evidenziato le difficoltà in diversi stabilimenti, tra cui Melfi, Mirafiori, Cassino e Pomigliano, e ha chiesto a Stellantis di presentare un piano industriale serio che indichi chiaramente gli investimenti, i nuovi modelli e le garanzie per la produzione e l’occupazione. “Ci sono difficoltà a Melfi, dove Stellantis ha annunciato cinque nuovi modelli, ma prima che ciò si realizzi passerà del tempo. E ripeto, nel 2025 scadrà la cassa integrazione. Non abbiamo notizie circa l’investimento della giga-factory a Termoli; Mirafiori è un bagno di sangue. Quello stabilimento che si ricorda essere stato come la capitale dell’automotive nel nostro Paese sta vivendo una stagione di grande preoccupazione, di grande incertezza produttiva e occupazionale. Stessa cosa dicasi per lo stabilimento di Cassino, di Pomigliano”, ha concluso Sbarra.
Il sindacato ha ribadito la sua apertura all’arrivo di nuovi produttori stranieri in Italia, ma ha sottolineato l’importanza di Stellantis e del suo indotto per l’occupazione. “Una parte importante della prospettiva industriale e produttiva nel nostro Paese noi ce la giochiamo sul mantenimento e sulla salvaguardia del settore dell’automotive: abbiamo detto che non abbiamo preclusioni, circa la possibile idea che in Italia si avvicini un secondo produttore cinese, giapponese. Ma attenzione, chiunque arriva sicuramente porterà produzione, sicuramente ci aiuterà con qualche migliaio di nuovi occupati, ma Stellantis e l’Indotto muovono circa 70.000 posti di lavoro”, ha concluso Sbarra.
Un futuro incerto per l’automotive italiano
Le dichiarazioni di Urso e Sbarra evidenziano la crescente preoccupazione per il futuro dell’industria automobilistica italiana. La pressione su Stellantis è alta, con il governo che chiede risposte immediate e il sindacato che avverte di un rischio di perdita di posti di lavoro. Il futuro di Stellantis in Italia è incerto, con la possibilità di un ritiro del gruppo dal mercato italiano o di un cambio di strategia che potrebbe portare a nuove opportunità di crescita e di occupazione.
Il futuro dell’automotive italiano è in bilico, con la necessità di un piano industriale chiaro e concreto da parte di Stellantis per garantire la competitività del settore e la salvaguardia dei posti di lavoro. La sfida è complessa, ma il governo e il sindacato sono determinati a trovare una soluzione per salvaguardare un settore strategico per l’economia italiana.
Il ruolo dello Stato nell’industria automobilistica
Le parole di Urso sollevano un dibattito cruciale sul ruolo dello Stato nell’industria automobilistica. Il governo ha dimostrato di voler sostenere il settore con incentivi e misure di sostegno, ma la questione è se e come lo Stato debba intervenire direttamente nel capitale di Stellantis. La questione della Golden Power e la possibilità di un intervento diretto dello Stato sono temi delicati che richiedono un’attenta analisi e una valutazione ponderata degli interessi in gioco.