La serenità dello staff e la fiducia nell’innocenza di Sinner
“Siamo rimasti così tranquilli perché credevamo al fatto che Jannik era innocente”. Così l’allenatore di Sinner, Darren Cahill, risponde in un’intervista a Espn sullo stato d’animo suo e dello staff del numero uno del mondo, sereno rispetto al caso di doppia positività del tennista italiano a una sostanza proibita, il Clostebol.
“Siamo stati sentiti tutti, anche la scorsa settimana, dal tribunale di tre membri di Sports Resolution (che ha poi emesso la sentenza, ndr) con delle audizioni via Zoom – ha riferito alla tv Usa il coach australiano -, sia io che Jannik abbiamo testimoniato”.
L’incidente con lo spray e la spiegazione del caso
“La ragione per cui è stato possibile continuare a giocare è che hanno potuto collocare precisamente dove è capitato l’incidente – ha detto ancora Cahill – e hanno potuto spiegare quello che è successo con lo spray. Sono stati due mesi difficili psicologicamente e fisicamente per Jannik, ma questo dà ancora più valore agli ultimi risultati che ha ottenuto”.
Considerazioni personali
La vicenda di Sinner, pur con la sua conclusione positiva, ci ricorda la delicatezza del tema del doping nello sport. La fiducia nell’innocenza del tennista italiano, espressa dal suo allenatore, è un elemento importante per comprendere la serenità dello staff. La vicenda sottolinea l’importanza di un’analisi accurata e di un’indagine approfondita in questi casi, per garantire la giustizia e la tutela degli atleti.