La polemica si allarga: Fdi attacca Stellantis e i giornali ‘di sinistra’
La vicenda che ha visto la sorella della premier, Arianna Meloni, al centro di un editoriale che adombrava un’inchiesta a suo carico, continua a tenere banco. Dopo aver attaccato Fanpage, Fratelli d’Italia ha esteso il suo fuoco anche a Stellantis e ai giornali ‘di sinistra’. Il partito di Giorgia Meloni ha accusato il gruppo automobilistico di ‘mega stipendi’ per i vertici e ‘licenziamenti’ degli operai, mentre ha puntato il dito contro i giornali ‘di sinistra’ per il loro silenzio su queste questioni. Il partito ha anche lanciato un attacco contro Repubblica, il quotidiano di cui John Elkann è editore, sostenendo che ‘sono notizie che Repubblica non ti darà mai’.
L’affondo di Fdi è stato respinto da Avs, che ha ricordato di aver ‘sempre denunciato, in estrema solitudine, gli esiti nefasti della strada apolide del gruppo Fca’. Ma secondo Marco Grimaldi, l’attacco sarebbe una ‘vendetta per l’informazione sulle nomine e sul ruolo di Arianna Meloni’.
Anche il resto dell’opposizione ha espresso la convinzione che si tratti di questioni ‘inventate’ ad arte, di teorie del ‘complotto’ utilizzate per coprire le ‘difficoltà’ della maggioranza e del Paese.
Anche tra gli alleati, alcuni osservano che non c’è niente di nuovo perché è stato tutto ‘già visto’ nei trent’anni in politica di Silvio Berlusconi. Forse, dicono tra gli azzurri, il fatto è che i meloniani ‘non sono abituati a stare nell’occhio del ciclone e mal sopportano le conseguenze della gestione del potere’.
Le reazioni della politica
L’opposizione ha definito l’attacco di Fdi come una ‘vendetta’ e una ‘teoria del complotto’. Italia Viva ha parlato di ‘sindrome da accerchiamento’ in masseria, mentre Azione ha sostenuto che ‘bisognerebbe occuparsi del Paese’ anziché parlare di ‘distrazioni’. +Europa ha definito la situazione come una ‘Meloni che insegue inchieste fantasma mentre il Paese affonda’.
Anche tra gli alleati, alcuni hanno osservato che non c’è niente di nuovo perché è stato tutto ‘già visto’ nei trent’anni in politica di Silvio Berlusconi. Forse, dicono tra gli azzurri, il fatto è che i meloniani ‘non sono abituati a stare nell’occhio del ciclone e mal sopportano le conseguenze della gestione del potere’. Per dirla con una battuta, come fa il leghista Stefano Candiani, ora ‘hanno scoperto che l’acqua bollente scotta’.
Il silenzio di Arianna Meloni
Arianna Meloni, la sorella della premier, è stata al centro della polemica dopo la pubblicazione di un editoriale che adombrava un’inchiesta a suo carico. La diretta interessata ha smentito qualsiasi coinvolgimento in decisioni sulle nomine, affermando di non aver mai influenzato né cercato di influenzare tali decisioni. Dopo aver ribadito la sua posizione sui quotidiani, Arianna Meloni si è chiusa nel silenzio, mentre il suo partito ha lanciato una serie di attacchi contro Fanpage e altri organi di stampa.
La politica e il ‘metodo’ Fanpage
La vicenda Fanpage-Fdi solleva questioni importanti sulla libertà di stampa e il ruolo dei media nella società. L’attacco di Fdi contro Fanpage e altri organi di stampa è un segnale preoccupante di una crescente intolleranza verso il dissenso e il giornalismo investigativo. La scelta di puntare il dito contro i giornali ‘di sinistra’ e di attaccare i ‘mega stipendi’ dei vertici di Stellantis, invece di concentrarsi sulle reali problematiche del Paese, è un esempio di come la politica possa strumentalizzare le questioni per fini di parte. È importante ricordare che il ruolo dei media è quello di informare e di dare voce a tutte le opinioni, anche a quelle che non sono gradite al potere. La libertà di stampa è un pilastro della democrazia e va difesa da ogni attacco.