La malattia e l’isolamento a Douchy
Alain Delon, l’amato attore francese, ci ha lasciati all’età di 88 anni, dopo una lunga battaglia contro la malattia. Il suo mitico sguardo, che ha incantato il pubblico per decenni, era ormai un lontano ricordo. Già nel maggio 2019, alla vigilia della consegna della Palma d’oro d’onore al Festival di Cannes, Delon aveva rilasciato diverse interviste in cui si mostrava indebolito dalla malattia. In una di queste, confessava il suo timore che i suoi figli si facessero la guerra, come era accaduto alla famiglia Hallyday.
Dopo un paio di ictus e un’emorragia cerebrale nel 2019, Delon fu costretto a un lungo periodo di convalescenza e riabilitazione in Svizzera. Le sue condizioni di salute peggiorarono ulteriormente a causa di un linfoma. Il suo rifugio prediletto, la proprietà di Douchy nel centro della Francia, divenne il suo ultimo rifugio. Qui, circondato da 50 ettari di bosco e protetto da un muro altissimo, Delon trascorreva le sue giornate in un isolamento quasi totale.
La sua ultima apparizione pubblica risale ai funerali del suo amico Jean-Paul Belmondo nel settembre 2021, dove si presentò con le stampelle. La sua salute continuò a peggiorare negli anni successivi.
La famiglia divisa e la battaglia legale
Gli ultimi anni di Delon sono stati funestati da liti familiari, denunce e intimidazioni. Al centro di tutto, i suoi figli: Anthony, Alain-Fabien e la sua prediletta, Anouchka. I rapporti tra Delon e i suoi figli erano stati difficili e aspri, tanto da spingere Anthony a scrivere un libro nel quale descriveva la situazione in modo crudo.
Le tensioni tra i figli di Delon si intensificarono negli ultimi mesi della sua vita. I figli denunciarono Hiromi Rollin, la controversa badante o “dama di compagnia” di Delon, per violenze e circonvenzione. Successivamente, si scontrarono per la spartizione dell’eredità.
La giustizia dispose una perizia medica per valutare lo stato di salute di Delon, che continuava a peggiorare. Anthony lo definì “sempre più debole” e “incapace di vedersi ridotto così”. La giustizia mise Delon sotto tutela, privandolo della libertà di gestire i propri beni e prendere decisioni sulle cure mediche.
Anouchka, la figlia prediletta di Delon, si oppose alla decisione della giustizia, sostenendo che il padre non aveva “perso la testa”. I suoi fratelli, invece, protestarono per la parte ritenuta sproporzionata a suo favore nell’eredità.
Oggi, tutti i fratelli sono riuniti nell’annuncio della scomparsa del padre.
Il desiderio di riposo eterno con il suo cane
Un aspetto commovente della storia di Alain Delon è il suo profondo amore per i suoi cani. L’attore ha avuto più di 35 cani durante la sua vita, e ha espresso il desiderio di essere sepolto con il suo amato cane Loubo.
Delon aveva più volte chiesto di “lasciarlo morire” insieme a Loubo, e di essere sepolti entrambi nel piccolo cimitero per animali nella proprietà di Douchy.
Il suo desiderio di riposo eterno con il suo fedele amico è un simbolo del suo profondo legame con gli animali, e un toccante epilogo di una vita ricca di successi e di dolore.
La complessità dell’eredità di Alain Delon
La scomparsa di Alain Delon segna la fine di un’era per il cinema francese. La sua eredità è complessa e multiforme. Da un lato, c’è il mito dell’attore di talento, lo sguardo magnetico che ha incantato generazioni. Dall’altro, c’è la realtà di una vita privata segnata da conflitti familiari, malattie e una battaglia legale che ha diviso i suoi figli. La sua storia ci ricorda che anche i grandi miti hanno le loro fragilità e le loro ombre.