La rete clandestina di medici e l’overdose fatale
Matthew Perry, l’amato attore di “Friends”, è morto il 28 ottobre 2023 per overdose di ketamina. La sua morte è stata avvolta nel mistero fino a quando il procuratore federale Martin Estrada ha annunciato l’incriminazione di cinque persone, tra cui il suo assistente Kenneth Iwamasa, e due medici, per aver messo in piedi una vasta rete clandestina che forniva il potente anestetico a Perry.
Secondo l’accusa, i medici avrebbero approfittato del passato di Perry come tossicodipendente per spillargli decine di migliaia di dollari in cambio di dosi crescenti di ketamina, sapendo che i livelli somministrati erano pericolosi. “Sapevano che sbagliavano, sapevano che mettevano in pericolo la vita di Perry, ma lo hanno fatto egualmente”, ha dichiarato Estrada.
I documenti legali rivelano che Perry aveva subito gravi effetti collaterali a causa della ketamina. In una occasione, l’assistente lo aveva trovato privo di sensi in casa, in un’altra era rimasto paralizzato e incapace di parlare o muoversi dopo una dose elevata.
Il giorno della sua morte, Perry aveva chiesto a Iwamasa una prima iniezione di ketamina. Quattro ore dopo, mentre guardava un film, ne aveva ordinata un’altra e poi una terza quaranta minuti dopo. “Sparamene una grossa”, avrebbe detto a Iwamasa. L’assistente era poi uscito per fare delle commissioni e al suo ritorno ha trovato Perry riverso nell’acqua della vasca idromassaggio, ormai privo di vita.
La ketamina e l’abuso del farmaco
La ketamina è un potente anestetico con proprietà psichedeliche che è diventato popolare negli ultimi anni come terapia contro la depressione, l’ansia e il dolore cronico. Tuttavia, il farmaco non è approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per questi usi, anche se i medici possono prescriverlo liberamente per “scopi off label”, che vanno oltre quelli specificati nel foglietto illustrativo.
L’abuso di ketamina è un problema crescente, soprattutto tra le persone con dipendenze. Il farmaco può causare dipendenza e gravi effetti collaterali, tra cui allucinazioni, delirio, problemi respiratori e danni al fegato.
Le incriminazioni e le possibili conseguenze
Oltre a Iwamasa, sono stati incriminati il medico Salvador Plasencia, che portava le fiale di ketamina a casa di Perry, e Jasveen Shagha, la cosiddetta “Ketamine Queen” di North Hollywood. Shagha è accusata di aver assicurato il canale delle forniture in complicità con un altro medico, Mark Chavez, e l’intermediario Eric Fleming.
Iwamasa ha patteggiato con la magistratura. Shagha, se condannata per tutti i capi di accusa, rischia una pena tra i 10 anni e l’ergastolo. Plasencia potrebbe anche finire in carcere per decenni.
L’ex procuratore federale Neama Rahmani ha commentato: “Queste star sono circondate da sanguisughe. Hanno tonnellate di soldi e c’è gente che se ne approfitta e guadagna su di loro succhiandogli il denaro.”
Il ruolo dell’assistente e le iniezioni
Iwamasa, che non aveva qualifiche o la licenza per fare le iniezioni, ne avrebbe fatte ben 18 a Perry nei tre giorni tra il 25 e il 27 ottobre, più le altre tre il 28, il giorno della morte.
La sua condotta è stata condannata da molti, che hanno sottolineato come l’assistente abbia contribuito alla morte di Perry. La sua collaborazione con i medici e la sua disponibilità a somministrare il farmaco a Perry, nonostante non avesse le qualifiche necessarie, sono state definite come un atto di irresponsabilità.
Il lato oscuro della fama e la vulnerabilità delle star
La storia di Matthew Perry è un triste esempio di come la fama e la ricchezza possano attirare persone spietate che si approfittano della vulnerabilità di chi si trova in una posizione di potere. È importante ricordare che le star sono esseri umani come tutti gli altri e che hanno bisogno di protezione e di supporto, soprattutto quando si trovano in situazioni di difficoltà. La loro dipendenza non è una scusa per il comportamento criminale dei medici e dell’assistente, ma un fattore aggravante che rende la loro condotta ancora più riprovevole.