Gli eredi di Del Vecchio in vetta alla classifica
Secondo la classifica dei Paperoni di Borsa stilata da MF-Milano Finanza, gli eredi di Leonardo Del Vecchio si confermano al primo posto con una fortuna di 39,4 miliardi di euro, in crescita del 21% rispetto all’anno precedente. Il loro patrimonio è legato principalmente alla loro quota del 32,5% nella francese Essilorluxottica.
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli al secondo posto
Al secondo posto troviamo Miuccia Prada e Patrizio Bertelli con una ricchezza di 13,9 miliardi di euro, in aumento del 6% rispetto al 2023. La loro fortuna è legata alla omonima azienda di alta moda quotata a Hong Kong.
Agnelli-Elkann-Nasi tornano al terzo posto
La dinastia Agnelli-Elkann-Nasi riconquista il terzo posto con 10,5 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto allo scorso anno. La loro ricchezza è legata al valore azionario di Exor, quotata ad Amsterdam.
La prima azienda italiana al quarto posto
Per trovare la prima azienda quotata in Italia bisogna arrivare al quarto posto, dove si posizionano i fratelli Gianfelice e Paolo Rocca con una ricchezza di 9,2 miliardi di euro, in calo dell’11,4%. La loro fortuna è legata alla partecipazione di controllo in Tenaris.
Diminuzione della ricchezza aggregata dei Paperoni italiani
In generale, la ricchezza aggregata dei Paperoni italiani è scesa del 6% su base annua, a fronte di una crescita del 9% del Ftse Mib. Questo calo è dovuto in parte a delisting, come quello di Tod’s.
Piero Ferrari al quinto posto
Al quinto posto con oltre otto miliardi di euro, in crescita del 37,1%, troviamo Piero Ferrari. La sua ricchezza è legata alle performance in Borsa della Ferrari, l’azienda più capitalizzata di Piazza Affari.
I Benetton salgono al sesto posto
I Benetton guadagnano due posizioni e si posizionano al sesto posto con 5,6 miliardi di euro. La loro fortuna è legata a partecipazioni rilevanti in quotate come Generali, Mediobanca e Cellnex.
Francesco Gaetano Caltagirone settimo
Francesco Gaetano Caltagirone si posiziona al settimo posto con 5,4 miliardi di euro, la cui ricchezza azionaria è cresciuta del 34%.
Gli ultimi 10 della classifica
Chiudono la classifica dei primi 10, tutti e tre in flessione rispetto allo scorso anno, Luca Garavoglia di Campari (5,1 miliardi), Andrea Iervolino di Ilbe e Tatatu (4,3 miliardi) e Franco Stevanato dell’omonimo gruppo farmaceutico (4,1 miliardi).
Gli eredi Berlusconi al tredicesimo posto
Al tredicesimo posto troviamo gli eredi Berlusconi con 3,4 miliardi di euro, in crescita del 20,2% grazie alle partecipazioni in Mondadori, Mfe e Mediolanum.
Lo Stato italiano con la più alta ricchezza azionaria
La più alta ricchezza azionaria è quella dello Stato italiano, che è passato da 63,3 a 64,4 miliardi di euro. Un aumento del 1,5% inferiore alla performance del Ftse Mib, ma che deve tenere conto anche delle cessioni di quote in Mps ed Eni.
BlackRock supera i 17 miliardi
Tra gli investitori esteri, BlackRock, la società di gestione più grande al mondo, ha superato i 17 miliardi di euro consolidando la prima posizione dopo il sorpasso del fondo sovrano norvegese Norges Bank.
Le aziende italiane quotate all’estero
È interessante notare come le prime tre posizioni della classifica siano occupate da aziende quotate all’estero. Questo fenomeno, che si sta diffondendo sempre più, potrebbe essere interpretato come un segnale di sfiducia nei confronti del mercato italiano. Tuttavia, è importante considerare anche il fatto che le aziende italiane sono sempre più globalizzate e che le loro attività si estendono ben oltre i confini nazionali. La scelta di quotarsi all’estero potrebbe quindi essere dettata da una serie di fattori, tra cui la ricerca di un mercato più ampio e liquido, la possibilità di accedere a capitali più facilmente e la volontà di diversificare i propri rischi.