Un’analisi archeologica in orbita
Un gruppo di ricerca guidato da Justin Walsh della Chapman University in California ha condotto il primo studio di archeologia spaziale in orbita, pubblicando i risultati sulla rivista Plos One. L’obiettivo era quello di analizzare l’utilizzo degli ambienti della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con un approccio simile a quello impiegato per lo studio delle civiltà antiche. La ISS, abitata da oltre 20 anni e ospite di oltre 270 astronauti da 23 Paesi, è stata definita dagli stessi ricercatori come ‘una microsocietà in un mini mondo’.
L’esperimento: un’analisi fotografica degli ambienti
Per questo studio, la ISS è stata considerata come un sito archeologico, suddiviso in sei grandi quadrati. Invece di scavare il terreno, come si farebbe in un sito archeologico tradizionale, gli astronauti a bordo sono stati incaricati di documentare l’uso di ciascuna zona con scatti fotografici giornalieri. L’esperimento è stato condotto nel 2022 con l’equipaggio della Expedition 66 e ha avuto una durata di 60 giorni.
Risultato: un’analisi dell’uso non previsto degli ambienti
I primi risultati ottenuti riguardano due delle sei aree campione: una designata per la manutenzione delle attrezzature e un’altra vicina ai servizi igienici e alle attrezzature per l’attività fisica. Le immagini hanno rivelato l’utilizzo di 5.438 manufatti per vari scopi, come strumenti di scrittura, post-it e un visore per la realtà aumentata. Incrociando le foto con i resoconti delle attività degli astronauti, i ricercatori hanno scoperto che l’area per la manutenzione delle attrezzature era utilizzata principalmente come deposito, mentre l’area vicina al bagno e agli attrezzi per l’attività motoria, sebbene non fosse designata per uno scopo preciso, era stata utilizzata come deposito per articoli da toeletta, buste richiudibili e un computer poco utilizzato.
Un’innovazione per la progettazione di habitat spaziali
I ricercatori sottolineano che questo è stato il primo esperimento archeologico mai realizzato al di fuori del pianeta Terra. I risultati ottenuti dimostrano come le tecniche archeologiche tradizionali possano essere adattate per studiare habitat remoti o estremi, offrendo preziose informazioni per la progettazione di habitat spaziali futuri.
Un’analisi innovativa per il futuro dell’esplorazione spaziale
Questo studio pionieristico apre nuove frontiere per l’analisi degli ambienti spaziali. L’approccio archeologico, applicato ad un contesto extraterrestre, offre una prospettiva inedita per comprendere come gli astronauti interagiscono con i loro habitat. I risultati di questa ricerca potrebbero essere cruciali per la progettazione di habitat spaziali futuri, garantendo un ambiente più funzionale e adatto alle esigenze degli astronauti.