L’annullamento dell’accusa e la legge di amnistia
L’ex presidente peruviano Alberto Fujimori, 85 anni, ha ottenuto un importante successo legale: l’annullamento dell’accusa penale per la sterilizzazione forzata di oltre 270.000 donne indigene. Questa pratica, secondo l’accusa, era parte di una politica di “pianificazione familiare” di Fujimori, che mirava a controllare i tassi di natalità, anche per combattere “l’impoverimento delle risorse”.
La decisione arriva dopo l’approvazione della cosiddetta “legge di amnistia” da parte del Parlamento peruviano. Questa legge, controversa e fortemente criticata da diverse organizzazioni internazionali, decreta la prescrizione dei crimini di guerra e di quelli contro l’umanità commessi prima del primo luglio 2002. Di fatto, la legge di amnistia ha aperto la strada all’annullamento dell’accusa contro Fujimori per le sterilizzazioni forzate, un crimine che aveva suscitato l’indignazione a livello internazionale.
Il ritorno in politica e la pensione vitalizia
Nonostante le accuse e le condanne per crimini di lesa umanità, Fujimori sembra determinato a tornare in politica. Ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2026 con il partito di destra Fuerza Popular. L’ex presidente, condannato a 25 anni di carcere per essere stato ritenuto il mandante di due massacri, era stato scarcerato nel 2017 grazie all’approvazione di una controversa amnistia. Questa decisione, presa contro il parere della Corte interamericana dei diritti umani, ha suscitato polemiche e critiche da parte di diverse organizzazioni internazionali.
Inoltre, è stato diffuso il cedolino della pensione vitalizia di Fujimori, emesso il 31 luglio 2024. Il documento indica che l’ex presidente riceve 10.483 Sol mensili, equivalenti a circa 2.575 euro. Questa notizia ha ulteriormente alimentato le polemiche sulla figura di Fujimori e sulle sue responsabilità per i crimini commessi durante il suo mandato presidenziale.
Il contesto storico e le implicazioni della decisione
La vicenda di Fujimori si inserisce in un contesto storico complesso e controverso. Il suo governo, caratterizzato da un’ideologia neoliberista e da una forte repressione politica, ha lasciato un segno indelebile nella storia del Perù. Le accuse di crimini di lesa umanità, tra cui le sterilizzazioni forzate, sono state un elemento centrale del dibattito politico e sociale peruviano per decenni. L’annullamento dell’accusa per le sterilizzazioni forzate, in particolare, rappresenta un duro colpo per le vittime e per i familiari delle vittime, che hanno lottato per ottenere giustizia per decenni. Inoltre, la decisione rischia di alimentare un clima di impunità e di minare la fiducia nella giustizia peruviana.
Considerazioni personali
L’annullamento dell’accusa per le sterilizzazioni forzate e la decisione di Fujimori di candidarsi alle presidenziali del 2026 rappresentano un momento cruciale per la politica peruviana. Da un lato, la decisione di annullare l’accusa, basata su una legge di amnistia controversa, rischia di alimentare un clima di impunità e di minare la fiducia nella giustizia peruviana. Dall’altro lato, il ritorno in politica di Fujimori, un personaggio controverso e accusato di crimini di lesa umanità, pone interrogativi sul futuro del Perù e sul ruolo della memoria storica nella società. È importante riflettere sul peso delle decisioni politiche e sulle loro conseguenze per la società, e sul ruolo della giustizia nella lotta contro l’impunità e nella ricerca della verità.