Lo sciopero divide le spiagge vip: il Papeete di Salvini chiude, il Twiga di Santanchè resta aperto
Lo sciopero degli ombrelloni ha diviso anche le spiagge vip, con alcuni stabilimenti simbolo di differenti fazioni politiche che hanno preso posizioni diverse. L’Ultima Spiaggia di Capalbio, buen retiro di intellettuali e politici di sinistra, ha aderito alla serrata, mentre il Twiga di Marina di Pietrasanta, ex location di Daniela Santanchè e ora di Flavio Briatore, è rimasto aperto. Anche il Papeete di Milano Marittima, celebre per l’estate 2019 con Matteo Salvini dietro la consolle, ha partecipato allo sciopero.
Il patron del Papeete Beach, Massimo Casanova, ex europarlamentare della Lega, ha spiegato le ragioni della serrata: “Alla serrata abbiamo partecipato anche noi. Siamo una realtà importante ma siamo comunque bagnini anche noi. Siamo come tutti gli altri, magari facciamo cose che altri non fanno e però siamo tutti della stessa famiglia e ritenevo giusto farla”. Casanova ha poi criticato la mancata volontà del governo Draghi di trovare un accordo, sottolineando la necessità di indennizzi in caso di aste e la sua contrarietà alla Bolkestein, definendola una legge che non mirava agli stabilimenti balneari.
Casanova ha anche espresso la sua preoccupazione per il futuro del turismo italiano, sottolineando la specificità del modello italiano di accoglienza sulle spiagge, basato su famiglie che gestiscono gli stabilimenti. “Dobbiamo salvaguardare il Made in Italy”, ha concluso.
Tra gli altri stabilimenti che hanno aderito allo sciopero c’è l’Ultima Spiaggia di Capalbio, salotto buono della sinistra, che negli anni ha ospitato presidenti della Repubblica come Napolitano, politici come Rutelli, Fassino, Bassanini, attori e attrici e un tempo anche intellettuali come Alberto Asor Rosa. Al contrario, il Twiga di Marina di Pietrasanta è rimasto aperto, anche perché la struttura non prevede ombrelloni e le strutture sono fisse.
Un’analisi politica e sociale dello sciopero degli ombrelloni
Lo sciopero degli ombrelloni ha evidenziato le divisioni politiche e sociali che attraversano l’Italia, con le spiagge vip che si sono schierate su fronti opposti. Questo evento ha messo in luce la complessità del settore turistico italiano, con la necessità di trovare un equilibrio tra la tutela delle piccole imprese e la modernizzazione del sistema. La Bolkestein, al centro del dibattito, rappresenta una sfida per il modello italiano di accoglienza, che si basa su un sistema di concessioni a lungo termine. La questione dello sciopero degli ombrelloni ha sollevato un dibattito sul futuro del turismo italiano, con la necessità di trovare soluzioni che tutelino il Made in Italy e l’identità del sistema di accoglienza italiano.