Un drammatico aumento dei suicidi in carcere
Il numero di suicidi in carcere continua a crescere in modo preoccupante. Secondo i dati diffusi dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà persona, dall’inizio dell’anno si sono registrati 62 decessi per suicidio in cella, un aumento di 20 rispetto allo stesso periodo del 2023 e di 15 rispetto al 2022. Questo dato rappresenta un campanello d’allarme che evidenzia l’urgenza di interventi mirati per tutelare la salute mentale dei detenuti.
Profilo delle vittime
Le vittime sono prevalentemente uomini (60 su 62) con un’età media di circa 40 anni. La maggior parte di loro (33) era italiana, mentre le restanti 29 provenivano da 15 diversi Paesi. Le fasce d’età più colpite sono quelle tra i 26 e i 39 anni (29 persone) e tra i 40 e i 55 anni (16 persone). La maggior parte delle persone che si è tolta la vita in carcere era accusata o era stata condannata per reati contro la persona (33), tra cui omicidio, maltrattamento in famiglia e violenza sessuale. Seguono i reati contro il patrimonio (19) e per droga (5).
Fattori di rischio e contesti critici
Il dato allarmante è che la maggior parte dei suicidi si è verificata nei primi mesi di detenzione. Ben 33 persone si sono tolte la vita nei primi sei mesi di carcere, di cui 7 entro i primi 15 giorni e 4 addirittura entro i primi 6 giorni dall’ingresso. Questo evidenzia la fragilità psicologica di alcuni detenuti che si trovano a dover affrontare un contesto completamente nuovo e spesso traumatico.Inoltre, 33 dei 62 suicidi erano coinvolti in altri eventi critici, come ad esempio tentativi di suicidio precedenti (15) o la misura della “grande sorveglianza” (14). Di queste ultime, 5 erano sottoposte alla grande sorveglianza anche al momento del suicidio.
La diffusione geografica dei suicidi
I suicidi si sono verificati in 42 Istituti penitenziari, pari al 22,10% del totale delle strutture penitenziarie. Tra le carceri più colpite ci sono Napoli (Poggioreale), Pavia, Prato, Verona e Teramo, con 3 suicidi ciascuna. Seguono Bologna, Biella, Cagliari, Genova (Marassi), Roma (Regina Coeli), Sassari, Torino, Parma e Venezia (Maggiore), con 2 suicidi ciascuna.
L’urgenza di interventi mirati
L’aumento dei suicidi in carcere è un problema serio che richiede un’azione immediata e coordinata. È necessario investire in programmi di assistenza psicologica e sociale per i detenuti, con particolare attenzione a coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità. Inoltre, è fondamentale migliorare le condizioni di vita in carcere, favorendo un ambiente più umano e rieducativo che possa contribuire a prevenire il disagio e la disperazione.