Un passato che torna a galla
“Mexico 86”, il nuovo film del cineasta guatemalteco naturalizzato belga César Diaz, si addentra in un passato tormentato, ispirandosi in parte alla sua infanzia e alla madre, attivista rivoluzionaria che per continuare a combattere contro la dittatura si è anche a lungo separata da lui. Il film, che debutta in anteprima mondiale al Locarno Film Festival, racconta la storia di Maria, una militante della resistenza in Guatemala, che si trova costretta a fuggire e a lasciare il figlio Marco (Matheo Labbé) a crescere con la nonna. Oltre 10 anni dopo, il bambino raggiunge la madre sperando di poter iniziare una nuova vita insieme, ma la donna sente il dovere di continuare la sua battaglia per la giustizia. “Racconto qualcosa che fa parte della mia biografia”, osserva Diaz. “Ma è anche una riflessione sulla donna e sulla maternità. Mi interessava esplorare come una madre possa essere anche un’attivista politica e come possa dare un senso alla sua vita per cercare di creare un nuovo mondo per il figlio.”
Un’eco personale per Berenice Bejo
La protagonista del film, Berenice Bejo, ha vissuto sulla propria pelle il peso dei segreti familiari e la fuga dalla dittatura. Nata a Buenos Aires ma trasferitasi in Francia all’età di tre anni, l’attrice ha dichiarato: “Quando ho incontrato César ho capito che fare il film sarebbe stato anche un modo per parlare della mia famiglia. I miei genitori sono fuggiti dalla dittatura in Argentina. Qualcosa di cui loro non mi hanno voluto parlare”. Accettando il ruolo, Bejo ha pensato di poter trovare risposte alle proprie domande: “Mi sentivo molto frustrata dal loro silenzio, ma mi sono pacificata con Mexico 86. Ho capito che abbiamo anche il diritto di tacere e avere dei segreti. Fra chi ha vissuto fatti traumatici come quelli c’è chi parla e chi no e non si deve giudicare.”
Una riflessione sulla democrazia e il sacrificio
Il film di Diaz non solo racconta una storia personale, ma si pone anche come una riflessione sulla democrazia e sul sacrificio che alcuni individui sono disposti a fare per difenderla. “Ci sono persone come Maria capaci di mettere anche la loro vita da parte per difendere la democrazia che ancora oggi è maltrattata in così tanti Paesi”, sottolinea Bejo. “Quanti però in questa società così egocentrica sarebbero capaci di quel tipo di scelta?”
Un’opera che tocca corde profonde
“Mexico 86” è un film che tocca corde profonde, sia per la storia personale che racconta, sia per la riflessione che solleva sulla lotta per la democrazia e il peso dei segreti familiari. L’opera di Diaz, con la sua intensa protagonista e la sua tematica delicata, si propone come un’esperienza cinematografica coinvolgente e stimolante.