Violenze e abusi denunciati durante le proteste in Venezuela
Nonostante le proteste dell’opposizione in Venezuela si siano svolte ieri senza gravi incidenti, la situazione resta tesa e le denunce di abusi e violenze da parte delle autorità continuano ad arrivare. Oltre a Caracas, manifestazioni si sono svolte ad Anaco, Cagua, Maracay, Valencia, Cumaná, Barinas e Maracaibo.
Cittadini e attivisti segnalano l’utilizzo di una “guerriglia privata” che agisce in segretezza, seminando il terrore tra la popolazione. L’avvocato penalista ed esperta in diritti umani, Tamara Sujú Roa, ha denunciato questi abusi sui social, divulgando alcuni filmati che mostrano i presunti blitz contro i residenti.
“Questi video non sono tratti da un film horror. Sono presi da cittadini terrorizzati che sono stati sistematicamente attaccati in tutto il Paese da organizzazioni di sicurezza e gruppi sovversivi armati che hanno agito congiuntamente e con totale impunità per uccidere, rapire, far sparire, detenere e torturare manifestanti, uomini, donne e giovani che chiedevano di rispettare il voto e il loro diritto di scelta”, ha postato Roa.
Anonymous Venezuela svela i volti dei responsabili
Sul web, intanto, sono apparsi i volti di coloro che, secondo Anonymous Venezuela, sarebbero i “diretti responsabili del genocidio ordinato dal dittatore Maduro”.
La divulgazione di queste informazioni da parte di Anonymous Venezuela aggiunge un ulteriore elemento di tensione alla situazione già precaria in Venezuela, dove le proteste continuano a suscitare preoccupazione internazionale.
Considerazioni personali
La situazione in Venezuela è estremamente complessa e delicata. Le denunce di abusi e violenze da parte delle autorità sono gravi e richiedono un’indagine approfondita e indipendente. La divulgazione di informazioni da parte di Anonymous Venezuela, sebbene possa contribuire a far luce su eventuali responsabilità, potrebbe anche alimentare la polarizzazione e la violenza. È importante che la comunità internazionale continui a monitorare la situazione e a esercitare pressioni affinché si rispettino i diritti umani e si promuova una soluzione pacifica e democratica alla crisi.