Arresti e rinvio a giudizio per i giornalisti
Quattro giornalisti venezuelani, i fotoreporter Yousner Alvarado e Deisy Peña, il cameraman Paúl León e il giornalista José Gregorio Carnero, sono stati rinviati a giudizio per il reato di “terrorismo” pochi giorni dopo essere stati arrestati mentre seguivano le proteste sociali esplose nel Paese dopo la contestata rielezione di Nicolas Maduro alla presidenza. La notizia è stata diffusa dall’Unione nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp) su X, che denuncia l’uso illegale e arbitrario delle leggi antiterrorismo, soprattutto contro giornalisti e fotoreporter detenuti durante le manifestazioni anti-governative. L’Sntp ha inoltre denunciato che ai quattro professionisti è stato impedito di nominare avvocati di fiducia durante l’udienza.
La repressione della libertà di stampa
Secondo una ricerca dell’Istituto stampa e società (Ipys), sarebbero almeno 79 le violazioni della libertà di stampa in Venezuela avvenute da lunedì 29 luglio, un giorno dopo le controverse elezioni. La maggior parte di questi casi (62) è legata alla copertura del processo elettorale e delle successive manifestazioni che hanno avuto luogo in numerose città del Venezuela. L’Ipys ha definito il numero di casi “allarmante”, evidenziando un’intensificazione sistematica della repressione e del controllo sulle informazioni di interesse pubblico in Venezuela.
La crescente preoccupazione per la libertà di stampa
La notizia di questi arresti e rinvii a giudizio per “terrorismo” è estremamente preoccupante. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale di una società democratica e la sua repressione è un segnale allarmante. L’uso di accuse di terrorismo contro giornalisti che svolgono il loro lavoro di informazione è un abuso di potere che deve essere condannato. La comunità internazionale deve vigilare su questa situazione e chiedere al governo venezuelano di rispettare la libertà di stampa e il diritto di informare.