Disordini mortali in Bangladesh
I violenti disordini scoppiati in Bangladesh dopo la destituzione della premier Sheikh Hasina hanno causato la morte di 109 persone, portando il bilancio totale delle proteste a 409. Lo hanno reso noto la polizia e i medici, aggiornando il bilancio precedente di 56 vittime. Il giorno di ieri è stato il più letale da quando sono iniziate le proteste, a inizio luglio, contro le quote di assunzione nel pubblico impiego imposte dal governo.
Un bilancio in crescita
Secondo un bilancio dell’Afp compilato da fonti della polizia, ufficiali e ospedaliere, il numero totale di morti nelle proteste è salito a 409. Le proteste sono iniziate a inizio luglio contro le quote di assunzione nel pubblico impiego, che hanno scatenato l’indignazione della popolazione. I manifestanti hanno accusato il governo di favorire determinate categorie di persone nell’accesso al lavoro pubblico, creando una disparità di opportunità.
La situazione attuale
La situazione in Bangladesh è ancora tesa e le autorità hanno intensificato i controlli di sicurezza nelle principali città. Il governo ha condannato la violenza e ha invitato la popolazione alla calma. Tuttavia, le proteste continuano e non è chiaro quando si calmeranno. La destituzione della premier Sheikh Hasina ha ulteriormente acuito le tensioni, con i manifestanti che accusano il governo di aver manipolato il processo decisionale.
Un contesto di instabilità
La situazione in Bangladesh è un esempio di come le tensioni sociali, economiche e politiche possano sfociare in violenze. Le proteste contro le quote di assunzione nel pubblico impiego riflettono un problema di fondo, quello della disparità di opportunità e dell’accesso al lavoro. La destituzione della premier Sheikh Hasina ha ulteriormente aggravato la situazione, creando un clima di incertezza e instabilità.