Sovraffollamento carcerario: un problema diffuso
Secondo i dati forniti dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, al 31 luglio 2023, le carceri italiane ospitavano 61.140 detenuti, con un indice di sovraffollamento a livello nazionale del 130,06%. Questo significa che le strutture carcerarie ospitano oltre il 30% di persone in più rispetto alla loro capacità. La situazione è particolarmente critica a San Vittore, dove l’indice di sovraffollamento raggiunge il 231,15% a causa dell’inagibilità di diverse aree di detenzione.
I posti disponibili nelle carceri italiane ammontano a 46.982, rispetto alla capienza prevista di 51.269, con un divario di meno 4.262 posti. Questo deficit è dovuto all’inagibilità di diverse camere di pernottamento e, in alcuni casi, di intere sezioni detentive.
L’analisi regionale mostra una situazione disomogenea, con 17 regioni che registrano un indice di affollamento superiore agli standard e solo 3 che si collocano al di sotto della soglia regolamentare. In particolare, Puglia, Basilicata, Lombardia, Veneto e Lazio presentano un “preoccupante indice di sovraffollamento”.
La prossimità familiare e la distribuzione dei detenuti
Il Garante ha sottolineato l’impossibilità di una “teorica, omogenea, distribuzione della popolazione carceraria su tutto il territorio nazionale” a causa della “primaria esigenza di salvaguardare la prossimità del collegamento tra detenuto e proprio nucleo familiare di provenienza”. Questo impedisce il trasferimento automatico dei detenuti in regioni come la Sardegna, il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta, che presentano un indice di affollamento inferiore alla media nazionale.
Il numero dei detenuti stranieri
Il Garante ha anche evidenziato il numero elevato di detenuti stranieri ristretti all’interno dei penitenziari italiani: attualmente sono 19.151 (pari al 31,33%), di cui 2.787 comunitari e 16.364 extracomunitari.
Considerazioni sul sovraffollamento carcerario
Il sovraffollamento carcerario è un problema complesso che richiede un approccio multidisciplinare. Oltre all’aspetto logistico e strutturale, è necessario considerare l’impatto psicologico e sociale della detenzione in condizioni di sovraffollamento. La mancanza di spazi adeguati può influire negativamente sulla salute fisica e mentale dei detenuti, ostacolando la loro riabilitazione e reinserimento sociale.
La prossimità familiare è un fattore importante da considerare nella gestione della popolazione carceraria. La possibilità di mantenere un contatto con i propri cari può contribuire a mantenere un senso di speranza e di appartenenza, favorendo la riabilitazione e la reinserzione sociale.
La presenza di un numero elevato di detenuti stranieri solleva ulteriori sfide, come la necessità di garantire la comunicazione e l’accesso ai servizi in diverse lingue. È fondamentale garantire che i detenuti stranieri abbiano accesso a un sistema di giustizia equo e imparziale, con la possibilità di ricevere assistenza legale e di comunicare con le loro famiglie.