Emiliano impugna la legge Calderoli alla Consulta
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha deciso di impugnare la legge sull’autonomia differenziata dinanzi alla Corte Costituzionale. La mossa arriva dopo che il consiglio regionale pugliese non è riuscito ad approvare la delibera referendaria per un errore contenuto nell’atto, lasciando così a quattro (Campania, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna) i consigli regionali che hanno chiesto il referendum, uno in meno di quanto necessario per proporre l’abrogazione della legge.
Emiliano ha spiegato di aver deciso di impugnare la legge per “lesione della sfera di competenza delle Regioni”, affidando l’incarico al professor Massimo Luciani. La Regione Puglia sostiene che la Costituzione prevede la possibilità di attribuire “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” alle Regioni a statuto ordinario, ma non il trasferimento di tutte le funzioni concernenti le ventitré materie contemplate dall’art. 117 della Costituzione, come previsto dalla legge Calderoli.
Secondo la Regione, questa violazione “si riverbera inesorabilmente sull’ordinamento regionale e sui princìpi supremi di eguaglianza tra i cittadini nell’esercizio dei diritti e nell’assolvimento dei doveri fondamentali”. Inoltre, la concessione di maggiori spazi di autonomia, come realizzata dalla legge Calderoli, “determinerebbe l’erosione delle risorse che lo Stato impiega per finanziare il fondo perequativo per le Regioni con minori capacità di spesa, impedendo così di finanziare specifici interventi di sviluppo economico e coesione sociale per contrastare gli svantaggi tra territori”.
Il ‘no’ al referendum si rafforza
L’iniziativa di Emiliano si aggiunge alla battaglia contro l’autonomia differenziata intrapresa da cinque Regioni di centrosinistra e dai comitati che raccolgono le firme dei cittadini per chiederne l’abrogazione. Si stima che siano già state raccolte 600mila firme.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, capofila delle regioni che hanno già chiesto l’autonomia su alcune materie, ha definito il referendum come il vero ‘spacca Italia’. Zaia ha criticato la campagna contro l’autonomia, sostenendo che “se dici alla gente che la loro vita cambierà in peggio, che è un progetto studiato a tavolino per far fuori il Sud, è normale che la gente sia diffidente”.
Il ministro Salvini, invece, ha dichiarato che “ogni referendum è il benvenuto: ci vediamo a settembre”.
Preoccupazioni sui Lep e sulle disparità Nord-Sud
Le preoccupazioni dei contrari all’autonomia differenziata si concentrano sui livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che secondo loro non sarebbero più garantiti equamente da Nord a Sud. Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, ha chiesto come mai la legge Calderoli non stanzi nemmeno un euro per finanziare i Lep, nonostante la Banca d’Italia abbia stimato costi per 80 miliardi all’anno.
Pagano ha definito la legge “a invarianza di spesa” e ha accusato il governo di “certificare i divari senza fare nulla per ridurli”.
Un dibattito complesso
Il dibattito sull’autonomia differenziata è complesso e coinvolge questioni di grande rilevanza per il futuro dell’Italia. È importante che il dibattito si svolga in modo sereno e costruttivo, con un’analisi accurata dei pro e dei contro delle diverse posizioni. La questione dei Lep e delle disparità tra Nord e Sud è centrale, e richiede un’attenzione particolare da parte di tutti gli attori coinvolti. È auspicabile che il governo e le Regioni trovino un punto di incontro che garantisca l’unità del Paese e la tutela dei diritti di tutti i cittadini.