Un serbatoio di magma sotto l’Etna
Un team di ricercatori guidato dall’università di Padova ha scoperto una regione profonda a bassa velocità delle onde sismiche sotto l’Etna, che potrebbe essere assimilabile a un volume crostale in cui risiedono i magmi. La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, si basa su una tecnica avanzata di tomografia sismica anisotropa, che considera la variabilità della velocità delle onde sismiche in base alla direzione di propagazione.
Lo studio, che ha coinvolto anche l’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania e l’ateneo di Leeds (Gran Bretagna), ha analizzato dati sismici raccolti tra il 2006 e il 2016, comprendenti oltre 3.700 eventi con magnitudo locale compresa tra 0.5 e 4.3. L’analisi ha permesso di ottenere informazioni senza precedenti sulla struttura della crosta terrestre nella regione etnea e sull’interazione tra tettonica e vulcanismo.
Secondo i ricercatori, la regione individuata è limitata da un volume ad alta velocità che immerge verso Nord-Ovest, espressione del processo di subduzione. Una zona di discontinuità, di possibile origine tettonica, caratterizza il volume crostale sovrastante la zona di residenza dei magmi, e potrebbe rappresentare una via preferenziale per il trasferimento del magma verso la superficie.
Tomografia sismica anisotropa: una nuova prospettiva
La tomografia sismica è una tecnica che utilizza le onde sismiche per esplorare l’interno della Terra, in modo simile alla tomografia medica. Tradizionalmente, la tomografia sismica impiega un approccio isotropo, che non considera la variabilità della velocità delle onde sismiche in base alla direzione di propagazione. Tuttavia, la nuova ricerca si distingue per l’utilizzo pionieristico, in ambiente vulcanico, di tecniche di tomografia anisotropa.
Questa tecnica avanzata ha permesso di ottenere informazioni più precise sulla struttura della crosta terrestre sotto l’Etna, evidenziando la presenza di una regione profonda a bassa velocità delle onde sismiche, che potrebbe essere un serbatoio di magma. La zona di discontinuità che caratterizza il volume crostale sovrastante potrebbe rappresentare una via preferenziale per il trasferimento del magma verso la superficie.
Implicazioni per la comprensione dell’Etna
La scoperta di questa regione profonda a bassa velocità delle onde sismiche e della possibile via di risalita del magma fornisce nuove informazioni sull’interazione tra tettonica e magmatismo all’Etna. I risultati dello studio contribuiscono a comprendere meglio l’attività persistente del vulcano, offrendo una spiegazione plausibile per la sua attività eruttiva.
La ricerca ha un impatto significativo sulla comprensione del vulcanismo etneo, aprendo nuove prospettive per lo studio e la previsione delle eruzioni vulcaniche. La tomografia sismica anisotropa si rivela uno strumento potente per esplorare la struttura interna dei vulcani e comprendere i meccanismi che regolano il loro comportamento.
Un passo avanti nella comprensione del vulcanismo
La scoperta di questa regione profonda a bassa velocità delle onde sismiche sotto l’Etna rappresenta un passo avanti nella comprensione del vulcanismo. La tecnica di tomografia sismica anisotropa si rivela uno strumento prezioso per esplorare la struttura interna dei vulcani e comprendere i meccanismi che regolano il loro comportamento. La ricerca fornisce nuove informazioni sull’interazione tra tettonica e magmatismo, contribuendo a una migliore previsione delle eruzioni vulcaniche.