Il sequestro e la replica dell’azienda
La Kria Srl, azienda produttrice di autovelox, ha rilasciato una nota in cui contesta il sequestro dei suoi dispositivi, avvenuto in varie regioni italiane su disposizione della Procura di Cosenza. L’azienda definisce il provvedimento “fuorviante” e “grottesco”, sostenendo che i suoi sistemi sono conformi alle normative vigenti e che l’approvazione ministeriale è legittima in luogo dell’omologazione.
Il presidente del Cda di Kria Srl afferma che l’azienda produce e commercializza sistemi di rilevamento della velocità da oltre venti anni, sempre in possesso dei necessari provvedimenti ministeriali. Il sequestro, già impugnato dai legali dell’azienda, si basa su presupposti che Kria non ritiene condivisibili, in quanto già oggetto di un provvedimento analogo lo scorso anno, poi cassato dal Tribunale di Cosenza.
La questione dell’omologazione
La querelle ruota attorno alla questione dell’approvazione/omologazione ministeriale dei dispositivi, che ha ripreso vigore in seguito a un’ordinanza della Corte di Cassazione dello scorso aprile. Kria sostiene che il disposto della Corte di Cassazione non rappresenta una novità rispetto alla pronuncia positiva dello scorso anno, quando il Tribunale di Cosenza aveva disposto il dissequestro dei dispositivi.
L’azienda sottolinea che, secondo la normativa vigente, l’approvazione dei dispositivi è legittima in luogo dell’omologazione. Inoltre, Kria evidenzia che, a sua conoscenza, non esiste alcun dispositivo di rilevamento della velocità in Italia che goda di omologazione, inclusi quelli utilizzati dalle forze dell’ordine.
Disparità di trattamento e fiducia nella magistratura
Kria lamenta una “disparità di trattamento” rispetto ai competitor, poiché solo i suoi dispositivi sono stati sequestrati, mentre gli altri, pur trovandosi nelle medesime condizioni fattuali e giuridiche, non hanno subito lo stesso provvedimento. L’azienda si dice fiduciosa sull’operato della magistratura e sull’esito del riesame.
Nonostante ciò, Kria esprime rammarico e amarezza per quanto accaduto, soprattutto in considerazione della disparità di trattamento. L’azienda è certa che queste vicende non potranno offuscare il buon nome e l’immagine che si è conquistata nel mercato, sia nazionale che estero, grazie all’eccellenza tecnologica italiana e alla qualità dei suoi dispositivi.
Considerazioni
La vicenda dei dispositivi di rilevamento della velocità Kria solleva diverse questioni di carattere giuridico e normativo. L’azienda ha sollevato un punto importante: la mancanza di omologazione per i dispositivi di rilevamento della velocità in Italia. Questo apre un dibattito sulla reale efficacia e legittimità dei sistemi di controllo della velocità attualmente in uso. È necessario un chiarimento da parte delle autorità competenti per garantire la certezza del diritto e la corretta applicazione delle normative. Inoltre, è importante che le autorità giudiziarie garantiscano un trattamento equo e imparziale nei confronti di tutti i produttori di dispositivi di questo tipo, evitando disparità di trattamento come quelle lamentate da Kria.