Un’emergenza che non accenna a diminuire
Il Pantanal, la più grande pianura alluvionale del mondo, è in ginocchio a causa degli incendi. Tra gennaio e luglio 2024 sono stati registrati oltre 4.600 roghi, un numero che rappresenta un aumento dell’11% rispetto al 2020, anno che deteneva il triste primato di anno peggiore della serie storica. Il mese di giugno è stato particolarmente critico, con ben 2.639 incendi, un incremento del 600% rispetto allo stesso periodo del 2020. A titolo di confronto, domenica scorsa, i satelliti e i sensori dell’Inpe hanno rilevato 179 roghi, un numero che supera l’intero mese di luglio del 2023.
Le cause e le conseguenze di un disastro ambientale
Le cause di questa emergenza sono molteplici e complesse. La deforestazione, l’agricoltura intensiva, il cambiamento climatico e le attività antropiche contribuiscono in modo significativo all’aumento degli incendi. Le conseguenze sono devastanti: la perdita di biodiversità, l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, il danno agli ecosistemi e la minaccia per le popolazioni locali.
Gli sforzi per contrastare l’emergenza
Le autorità brasiliane hanno messo in atto diverse misure per contrastare l’emergenza, ma secondo Angelo Rabelo, presidente dell’Istituto ‘Homem Pantaneiro’, “i progressi sono insufficienti”. La lotta contro gli incendi richiede un impegno congiunto di governi, enti locali, ONG e cittadini.
Un problema che richiede un approccio globale
La situazione nel Pantanal ci ricorda l’urgenza di affrontare il problema degli incendi a livello globale. La deforestazione, il cambiamento climatico e le attività umane sono fattori interconnessi che contribuiscono all’aumento degli incendi in tutto il mondo. Per proteggere la biodiversità e gli ecosistemi, è necessario un approccio olistico che coinvolga la collaborazione internazionale e la promozione di politiche sostenibili.