Un venerdì nero per i mercati globali
Il venerdì 1° settembre 2023 è stato un giorno da dimenticare per i mercati finanziari globali, che hanno subito un crollo senza precedenti. La paura di una recessione imminente, alimentata da dati economici deludenti e dal crollo di titoli tecnologici di punta, ha scatenato un vero e proprio ‘panic selling’ che ha coinvolto le borse di tutto il mondo.
Il calo più pesante è stato registrato a Piazza Affari, dove l’indice Ftse Mib ha perso il 2,55% in un solo giorno, bruciando 17,8 miliardi di euro di capitalizzazione. In due giorni, la borsa italiana ha perso quasi 40 miliardi di euro.
Anche Wall Street ha subito un duro colpo, con l’indice Nasdaq che ha perso oltre il 3% a causa del crollo di Amazon (-8,74%) e Intel (-27%). Il crollo di Intel è stato il più grande da almeno il 1982.
La Borsa di Tokyo è crollata perdendo il 5,81%, il secondo maggior calo in un giorno nella sua storia. Lo Stoxx Europe 600, l’indice che rende meglio la fotografia dell’azionario in Europa, ha perso il 2,73%.
Il panico è stato contagioso, con le borse di Parigi (-1,61%), Londra (-1,31%) e Francoforte (-2,33%) che hanno subito perdite significative.
Le banche, i finanziari e i tecnologici sono stati i titoli più venduti, con gli investitori che si sono rifugiati in azioni difensive come le utility e alcuni prodotti farmaceutici.
La Consob ha avviato accertamenti sull’operatività sui titoli, anche per quanto riguarda le vendite allo scoperto, per verificare la concentrazione degli scambi e la coerenza rispetto ai flussi informativi.
Timori di recessione e dati deludenti sul mercato del lavoro americano
La paura di una recessione è stata alimentata dai deludenti dati sul mercato del lavoro americano. Le assunzioni negli Stati Uniti hanno subito un netto rallentamento a luglio e il tasso di disoccupazione è salito al livello più alto in quasi tre anni, suggerendo un deterioramento del mercato del lavoro più rapido di quanto si pensasse.
Questi dati potrebbero dare ai funzionari della Fed qualche ragione per credere che le loro politiche stiano raffreddando troppo il mercato del lavoro. Più che mai in vista, dunque, un taglio dei tassi a settembre.
Alcuni gestori ritengono che le banche centrali non si siano mosse abbastanza velocemente per tagliare i tassi, spingendo il mercato del lavoro in una spirale negativa.
L’analista di IG ha commentato che la questione di un taglio di 50 punti base a settembre potrebbe rapidamente diventare un problema reale.
Gli economisti del Santander, tuttavia, ritengono che sia eccessivo parlare di recessione. I dati sono stati scarsi, ma non sono certo una prova di recessione.
In generale, ora in tanti si accorgono che troppi segnali sono stati finora ignorati.
Le conseguenze del crollo sui mercati
Il crollo dei mercati ha avuto un impatto significativo sulle valute e sui tassi di interesse. Il dollaro ha visto il calo più marcato del 2024, in particolare nei confronti dello yen che passa di mano a 149 sul biglietto verde.
Lo spread fra Btp e Bund chiude in rialzo. Il differenziale tra i due titoli di Stato conclude la seduta a 145,9 punti con il rendimento del decennale italiano sceso al 3,6% e quello tedesco al 2,16%.
Forte indebolimento anche per il petrolio, con il Brent che arretra del 3,4% mentre il WTI scende del 3,8%.
Dopo un top intraday nei pressi dei massimi storici, l’oro segna un calo dello 0,9% a fine seduta.
Un contesto di incertezza
Il crollo dei mercati finanziari globali è un segnale di allarme che non va sottovalutato. I timori di una recessione globale sono reali e le incertezze sull’andamento dell’economia mondiale sono crescenti. Le banche centrali dovranno affrontare una sfida complessa, cercando di bilanciare il rischio di inflazione con quello di una recessione. La volatilità dei mercati potrebbe continuare nel breve termine, e sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi economici e politici per valutare l’impatto di questa crisi sui mercati e sull’economia globale.