Il Pd teme uno spoils system
Le dimissioni di Biagio Mazzotta dalla carica di Ragioniere generale dello Stato hanno suscitato preoccupazione nel Partito Democratico, che teme un’opera di spoils system da parte del governo Meloni. I senatori del Pd, in una nota, hanno affermato che la Ragioneria non è una struttura di staff a disposizione del governo, ma un pilastro fondamentale dell’apparato pubblico. Il timore è che la nomina del nuovo Ragioniere generale avvenga secondo criteri politici, con la scelta di una figura fedele al ministro dell’Economia, Giorgetti, piuttosto che di una persona con la massima autorevolezza e indipendenza possibile.
Secondo i senatori dem, la Ragioneria è stata oggetto di attacchi da parte del governo per la sua onestà e trasparenza nel denunciare i problemi di bilancio e le scelte economiche del governo, ritenute inadeguate e dannose per l’economia e la tenuta sociale del Paese. In particolare, il super bonus è stato al centro di polemiche e scaricabarile, con il governo che ha puntato il dito contro la Ragioneria, accusandola di non aver supportato le scelte del governo.
“Il nodo da sciogliere adesso è sulla base di quali criteri verrà indicato il prossimo Ragioniere generale”, ha affermato il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. “Non è una nomina qualunque: parliamo della guida di una struttura di cruciale importanza, che verifica la tenuta dei conti pubblici in uno dei Paesi con il più alto debito pubblico al mondo. Per ricoprire questo ruolo chiave non serve un fedelissimo del Ministro dell’Economia di turno, ma una figura caratterizzata dalla massima autorevolezza e indipendenza possibile.”
Il ddl del Pd per la tutela dell’autonomia della Ragioneria
In risposta a queste preoccupazioni, il Pd ha depositato un disegno di legge per tutelare e difendere l’autonomia e l’indipendenza del Ragioniere generale dello Stato. Il ddl prevede procedure di nomina simili a quelle per il presidente dell’ISTAT, con la nomina del Ragioniere generale che deve essere validata, con parere vincolante, dalle commissioni parlamentari competenti. La scelta deve ricadere su una personalità che non abbia ricoperto incarichi di governo o di diretta collaborazione con il governo, e che abbia una elevata esperienza professionale maturata per almeno 5 anni presso la Ragioneria generale dello Stato, la Corte dei Conti, la Banca d’Italia, la Bce o l’Ufficio parlamentare di bilancio.
Il Pd ha anche sottolineato la necessità di un maggiore coinvolgimento del Parlamento nel processo di riforma della legge di contabilità, in particolare alla luce dei nuovi vincoli imposti dal Patto di stabilità. “Anche alla luce di questi cambiamenti”, ha affermato il capogruppo Francesco Boccia, “servirà il coinvolgimento del Parlamento anche quando verrà cambiata la nuova legge di contabilità. E’ già peggiorato il rapporto tra Parlamento e Mef in questi mesi e quanto avvenuto alla Rgs rischia di far implodere tutto”.
La critica del Pd al governo Meloni
Il Pd ha accusato il governo Meloni di avere una “allergia” ai controlli di autorità ed enti terzi, e di voler avere mano libera sui conti pubblici. I senatori dem hanno espresso la loro determinazione a non permettere che il governo metta le mani sulla struttura che ha il compito di controllare i conti dello Stato, e che colpisca chi osa criticare le scelte del governo. “Non permetteremo”, hanno concluso i senatori dem, “che, incapace di governare in modo efficace, questa maggioranza metta le mani sulla struttura che ha il compito di controllare i conti dello Stato e colpisca magari chi, in nome della tutela della finanza pubblica e della stabilità dell’economia, osa criticare le scelte di questa destra e di un governo che vivacchia solo grazie a continue fiducie su decreti inutili e sbagliati”.
Considerazioni personali
Le dimissioni del Ragioniere generale dello Stato sono un evento che suscita preoccupazione per la tenuta democratica del Paese. La Ragioneria è un ente fondamentale per il controllo dei conti pubblici e la sua indipendenza è un pilastro della democrazia. Il timore che il governo Meloni voglia mettere le mani sulla Ragioneria per favorire la propria agenda politica è concreto e giustificato. Il ddl presentato dal Pd è un passo importante per tutelare l’autonomia della Ragioneria, ma è necessario che il Parlamento si impegni a garantire la massima trasparenza e indipendenza nella nomina del nuovo Ragioniere generale. La fiducia dei cittadini nella gestione dei conti pubblici è fondamentale per la stabilità del Paese e non può essere messa a rischio da giochi di potere.