Un tesoro di reperti archeologici restituiti alla Soprintendenza
Gli uffici giudiziari di Crotone hanno consegnato alla Soprintendenza archeologica delle province di Catanzaro-Crotone un ricco patrimonio di reperti archeologici, provenienti da diversi sequestri operati negli anni scorsi. I materiali erano custoditi all’Ufficio Corpi di reato del Tribunale di Crotone e sono stati restituiti grazie alla collaborazione tra le autorità giudiziarie e la Soprintendenza.
Tra i reperti consegnati, spiccano un giavellotto ed una punta di lancia in ferro, realizzati tra il V ed il III secolo avanti Cristo. Si tratta di manufatti di grande interesse storico e archeologico, che offrono importanti informazioni sulla cultura e le tradizioni del periodo italico.
I reperti provengono da diversi contesti archeologici, in gran parte da attività svolte dalla Guardia di finanza di Crotone. Si tratta di manufatti in argilla (vasi, statuine, terrecotte architettoniche, ecc..), sia interi che in frammenti, provenienti da contesti di necropoli e di abitato che erano stati sottratti dai ‘tombaroli’ al patrimonio dello Stato mediante scavi archeologici abusivi effettuati nella crotoniatide e, in particolare, dall’area di Isola Capo Rizzuto.
Un viaggio attraverso le epoche: dalla preistoria all’età romana
La collezione di reperti restituiti alla Soprintendenza copre un arco temporale molto ampio, abbracciando diverse epoche storiche. Si va dall’età del ferro (IX-VIII secolo a.C.) con diversi manufatti in impasto, alla prima età romana (I a.C.-I d. C.).
Tra i reperti, si trovano anche manufatti di età arcaica e classica di VII-V secolo a.C., un consistente nucleo di vasi relativi a sepolture di IV-III secolo a.C. e diverse monete di età greca e romana. La presenza di questi reperti offre una preziosa testimonianza della storia e della cultura di questa regione.
Armi di guerrieri e offerte agli dei: il significato dei reperti in ferro
I due manufatti in ferro, la punta di lancia a “lama foliata” e il giavellotto con lama a “foglia di ulivo”, sono di particolare interesse. Si tratta di armi che, secondo gli esperti, appartenevano al mondo italico (V-III secolo a.C.).
La particolare e lunga immanicatura del giavellotto rimanda a una tipologia simile al pilum romano, in uso tra III e I secolo a.C.. Questi manufatti, solitamente, venivano posti nelle sepolture di guerrieri, dove le armi sono associate ad altri oggetti che richiamano la sfera bellica e mettono in risalto la posizione sociale del defunto.
Lo stesso tipo di materiali può provenire anche da santuari o luoghi di culto dove le armi venivano deposte e dedicate come ex voto. La presenza di questi reperti offre quindi uno spaccato sulla vita quotidiana e sulle credenze religiose delle popolazioni che vivevano in questa regione nel periodo italico.
Il valore storico e archeologico dei reperti
La scoperta di questi reperti è di grande importanza per la comprensione della storia e della cultura del territorio crotonese. Il ritrovamento di armi come il giavellotto e la punta di lancia in ferro, risalenti al periodo italico, offre preziose informazioni sulla vita quotidiana e sulle tradizioni belliche delle popolazioni che abitavano questa regione in quell’epoca. La presenza di questi reperti in contesti funerari e cultuali ci aiuta a ricostruire le credenze religiose e le gerarchie sociali di quel periodo.