L’emergenza siccità in Sicilia
La siccità sta colpendo duramente la Sicilia, con conseguenze gravi per l’agricoltura, l’approvvigionamento idrico e la vita quotidiana dei cittadini. Le riserve idriche sono al minimo storico e le coltivazioni rischiano di essere compromesse. L’emergenza ha spinto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a cercare soluzioni immediate per fronteggiare la crisi.
Il riavvio dei dissalatori dismessi
Schifani ha annunciato l’intenzione di riattivare tre grandi dissalatori dismessi a Porto Empedocle, Gela e Trapani. Questi impianti, che garantivano un getto di 600 litri al secondo, sono stati disattivati 14 anni fa da decisioni politiche. Il presidente ha riconosciuto che la riattivazione di questi impianti non sarà immediata, ma ha assicurato che si impegnerà per accelerare i tempi.
Il modello Genova
Per velocizzare il processo di riattivazione, Schifani ha annunciato di chiedere al governo poteri in deroga, sul modello di Genova. Il modello Genova prevede l’attribuzione di poteri speciali al sindaco di una città in caso di emergenza, per accelerare le procedure amministrative e le opere di ricostruzione. In questo caso, Schifani intende ottenere poteri speciali per la gestione dell’emergenza siccità.
Un’azione necessaria ma tardiva
La decisione di riattivare i dissalatori dismessi è un passo necessario per affrontare l’emergenza siccità in Sicilia. Tuttavia, la scelta di ricorrere a questa soluzione solo ora, dopo 14 anni dalla disattivazione degli impianti, dimostra una grave carenza di lungimiranza e di pianificazione da parte della politica. La siccità è un problema che si presenta con una certa regolarità in Sicilia, e la politica avrebbe dovuto prevedere soluzioni a lungo termine per evitare di trovarsi in situazioni di emergenza come quella attuale.