Un sistema di consegna innovativo e pericoloso
Un’operazione congiunta tra la Polizia Penitenziaria e la Polizia di Stato ha portato alla luce un sistema di consegna di droga e cellulari all’interno del carcere Luigi Bodenza di Enna, utilizzando droni. I pacchi, contenenti sostanze stupefacenti e telefoni cellulari, venivano inseriti in buste di plastica e legate con un laccetto al drone, che li recapitava direttamente sul davanzale delle celle. Il costo per una consegna era di 2500 euro, ma era possibile ottenere uno sconto in caso di consegne multiple. Ad esempio, due consegne costavano 3500 euro.
Le misure cautelari e le accuse
L’inchiesta ha portato all’emissione di 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone. 8 di queste, tra cui un minorenne all’epoca dei fatti, sono state destinatarie della misura della custodia cautelare in carcere. 2 persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari, mentre altri 2 indagati hanno ricevuto l’obbligo di dimora. Infine, per l’unico indagato ancora minorenne è stato disposto il collocamento in idonea comunità.Tutti gli indagati sono accusati a vario titolo di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
Il ruolo chiave dei familiari
Un ruolo fondamentale nell’organizzazione è stato svolto dai familiari dei detenuti, in particolare dalle mogli. Queste ultime facevano da ponte tra l’esterno e il carcere, ricevendo gli ordini sui quantitativi di droga e sui cellulari da parte dei detenuti e organizzando le consegne con i droni.I detenuti, una volta in possesso della droga (cocaina e hashish) e dei cellulari, li spacciavano all’interno del carcere.
Un’operazione congiunta e un’indagine complessa
L’operazione, coordinata dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato e dal nucleo investigativo centrale della Polizia Penitenziaria, ha coinvolto il nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Palermo e quello di Enna, oltre alle squadre mobili di Catania, Siracusa e Catanzaro.La Procuratrice Stefania Leonte ha sottolineato l’importanza del ruolo dei familiari nell’indagine, evidenziando la complessità dell’organizzazione criminale che si celava dietro l’utilizzo dei droni per il trasporto di droga e cellulari nel carcere.
L’importanza della sicurezza carceraria
L’introduzione di droga e cellulari in carcere rappresenta una seria minaccia alla sicurezza e al buon ordine all’interno degli istituti penitenziari. Questo caso evidenzia la necessità di potenziare le misure di sicurezza e di controllo per contrastare l’ingresso di sostanze illecite e di strumenti di comunicazione non autorizzati. La collaborazione tra le forze dell’ordine e la magistratura è fondamentale per combattere la criminalità organizzata all’interno delle carceri.