La vita al villaggio olimpico: una sfida per Lyles
Parigi, città dell’amore e della moda, ma anche palcoscenico per i sogni olimpici di Noah Lyles. Il campione del mondo dei 200 metri, che punta alla doppietta 100-200 metri a Parigi 2024, ha confessato in conferenza stampa di trovarsi a dover affrontare una sfida inaspettata: la popolarità.
“Al villaggio olimpico sono diventato popolare”, ha detto Lyles, “ed è diventata quasi un’altra sfida trovare dei momenti per stare con me stesso, almeno quando mangio o mi alleno in palestra”.
La popolarità di Lyles è cresciuta esponenzialmente dopo le sue vittorie e grazie alla docuserie ‘Sprint’ in onda su Netflix, che ha raccontato la sua storia e quella di altri atleti di successo. Questa attenzione mediatica, se da un lato è un riconoscimento del suo talento, dall’altro sta rendendo la sua vita al villaggio olimpico più complicata.
“So che altri atleti se ne sono andati e ora stanno in albergo”, ha aggiunto Lyles, “ma io l’esperienza olimpica vorrei viverla a tutto tondo e quindi non vorrei andarmene dal villaggio. Però per me le cose si stanno facendo difficili, al punto da dover mangiare in orari inusuali pur di avere un po’ di pace”.
La folla e la ‘zona di comfort’ di Lyles
Se la vita al villaggio olimpico sta diventando una sfida, Lyles si aspetta di trovare la sua ‘zona di comfort’ allo Stade de France, dove si disputeranno le batterie di sabato e le semifinali e finali di domenica.
“Ho cominciato a sentirmi a mio agio nel disagio, a ricercarlo”, ha detto Lyles, “sono una persona che vive molto le proprie emozioni, e più c’è folla più è probabile che io vinca e dia il meglio di me. A Tokyo non è stato così, mi ricordo di aver pensato ‘tutto questo non è affatto divertente’, e guarda caso non è andata bene”.
Lyles sembra aver trovato un equilibrio tra la sua personalità introversa e la sua capacità di esprimersi al meglio sotto pressione. La folla, che per molti atleti è fonte di ansia, per Lyles è un catalizzatore di energia e determinazione.
Un idolo da emulare: Usain Bolt
Lyles, come molti altri atleti, ha un idolo: Usain Bolt. Il fulmine giamaicano, con le sue vittorie ai 100 e 200 metri alle Olimpiadi, è un esempio di successo e di grandezza nello sport. Lyles, che punta a ripetere l’impresa di Bolt a Parigi 2024, ha dichiarato di voler vivere l’esperienza olimpica a tutto tondo, proprio come il suo idolo.
La sua determinazione e la sua ambizione sono evidenti, ma anche la sua consapevolezza della sfida che lo attende. La pressione, la competizione e la popolarità sono fattori che possono influenzare le prestazioni di un atleta, ma Lyles sembra pronto ad affrontare tutto questo con la sua solita grinta e il suo talento.
La pressione della popolarità
La popolarità, soprattutto in un contesto come quello olimpico, può essere un’arma a doppio taglio. Da un lato, è un riconoscimento del talento e del successo, ma dall’altro può creare un’enorme pressione e rendere difficile la concentrazione sull’obiettivo principale: la vittoria. Sarà interessante vedere come Lyles riuscirà a gestire questa pressione e se la sua capacità di ‘sentirsi a suo agio nel disagio’ gli permetterà di raggiungere i suoi obiettivi.