La scoperta sorprendente
Un team di ricercatori dell’Università della Danimarca meridionale ha svelato un mistero che ha affascinato gli storici della scienza per secoli. Analizzando frammenti di ceramica e vetro rinvenuti nel giardino del castello di Uraniborg, ex laboratorio di alchimia del celebre astronomo danese Tycho Brahe, gli studiosi hanno scoperto la presenza di tungsteno, un metallo che sarebbe stato descritto e prodotto per la prima volta in forma pura soltanto 180 anni più tardi.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Heritage Science, ha suscitato grande interesse nel mondo scientifico, aprendo nuovi interrogativi sul livello di conoscenza alchemica di Tycho Brahe, considerato il miglior osservatore del cielo nel periodo precedente all’invenzione del telescopio.
Il laboratorio di alchimia di Tycho Brahe
Tycho Brahe era un convinto sostenitore dell’affinità tra eventi celesti e fenomeni terrestri e nutriva un profondo interesse per l’alchimia. A differenza di molti alchimisti che cercavano di trasformare minerali e metalli comuni in oro, Brahe apparteneva a quel ramo di medici alchimisti che, ispirandosi a Paracelso, tentavano di sviluppare nuove medicine per varie malattie dell’epoca, come la peste e la lebbra.
Il suo laboratorio, situato sull’attuale isola svedese di Ven al di sotto del castello di Uraniborg, era un vero e proprio centro di ricerca ante litteram, dotato di osservatori e laboratori, oltre che sede di insegnamento per molti giovani astronomi europei. Uraniborg venne demolito poco dopo la morte dell’astronomo, avvenuta nel 1601, e i materiali di risulta furono dispersi o riutilizzati.
Tuttavia, durante uno scavo condotto nel vecchio giardino di Uraniborg tra il 1988 e il 1990, furono rinvenuti alcuni frammenti di ceramica e vetro che parevano provenire proprio dal laboratorio di alchimia. Cinque di questi frammenti, quattro in vetro e uno in ceramica, sono stati ora sottoposti ad analisi chimiche per determinare le sostanze presenti nei contenitori originali.
L’analisi chimica e la scoperta del tungsteno
Lo studio, condotto dal team dell’esperto in archeometria Kaare Lund Rasmussen, ha permesso di rilevare la presenza su quattro frammenti di alcuni oligoelementi in concentrazioni più elevate del previsto, dunque possibili tracce delle sostanze che Brahe usava nel suo laboratorio. Oltre a nichel, rame, zinco, stagno, antimonio, oro, mercurio e piombo, è stato rinvenuto anche il tungsteno, un elemento che al tempo non era ancora stato neppure descritto.
La scoperta del tungsteno nel laboratorio di Tycho Brahe è particolarmente sorprendente, in quanto questo metallo sarebbe stato descritto e prodotto per la prima volta in forma pura soltanto 180 anni più tardi. La sua presenza nel laboratorio di Brahe solleva interrogativi sul livello di conoscenza alchemica del celebre astronomo.
Ipotesi sulla presenza del tungsteno
Il tungsteno potrebbe essere arrivato nel laboratorio per caso, attraverso dei minerali in cui era naturalmente contenuto. Tuttavia, i ricercatori non escludono che Brahe fosse a conoscenza di alcuni studi condotto all’inizio del Cinquecento dal mineralogista tedesco Georgius Agricola, che durante la fusione dello stagno aveva notato la presenza di uno strano elemento (il tungsteno appunto) che lui aveva chiamato ‘Wolfram’.
Se Brahe fosse a conoscenza degli studi di Agricola, la sua presenza nel laboratorio potrebbe essere stata intenzionale, suggerendo un livello di conoscenza alchemica più avanzato di quanto si pensasse in precedenza. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questa ipotesi.
Il mistero del tungsteno
La scoperta del tungsteno nel laboratorio di Tycho Brahe apre nuove prospettive sulla storia dell’alchimia e sulla conoscenza scientifica del XVI secolo. È possibile che Brahe fosse a conoscenza di questo elemento e dei suoi possibili usi, o che la sua presenza nel laboratorio sia stata puramente casuale? Ulteriori ricerche saranno necessarie per svelare il mistero del tungsteno nel laboratorio di Tycho Brahe e per approfondire la nostra comprensione del suo lavoro alchemico.