Un deepfake di Benedetto Vigna per truffare Ferrari
Un truffatore ha tentato di ingannare un dirigente di Ferrari impersonando Benedetto Vigna, amministratore delegato dell’azienda, attraverso un deepfake. Il truffatore ha utilizzato un software di intelligenza artificiale per creare una copia digitale realistica della voce e del volto di Vigna, con la quale ha contattato il dirigente tramite un account Whatsapp con foto profilo e numero diversi da quelli dell’ad. Il deepfake ha parlato di nuovi progetti di acquisizione della società, chiedendo massima discrezione.
La voce meccanica e il Decalogo della complessità
Il dirigente, dopo aver ricevuto messaggi di testo, ha ricevuto una chiamata dal deepfake. La voce gli è sembrata troppo meccanica per essere umana, insospettendolo. Il manager ha iniziato a fare domande all’IA, chiedendole quale libro Vigna gli avesse consigliato. L’IA non è stata in grado di rispondere. Il libro consigliato da Vigna al dirigente era proprio “Decalogo della complessità”, di Alberto Felice de Toni, sindaco di Udine.
Il ruolo del libro e la reazione di Vigna
De Toni ha confermato che il 12 aprile aveva tenuto un seminario per il board di Ferrari, guidato da Benedetto Vigna, sui contenuti del suo libro. Il dirigente che è stato contattato dal truffatore non era presente al seminario. De Toni ha aggiunto che Vigna era divertito dall’accaduto e ha chiesto di poter ascoltare la registrazione della telefonata per capire cosa avesse fatto intuire al dirigente che si trattava di IA. Ferrari ha avviato un’indagine interna per risalire al responsabile del tentativo di truffa.
L’intelligenza artificiale e la complessità
Questo caso dimostra che l’intelligenza artificiale, pur avanzata, può essere vulnerabile a situazioni impreviste e complesse. La conoscenza di un libro, in questo caso, ha permesso di smascherare l’IA. La complessità umana, con la sua capacità di analisi e di intuizione, sembra ancora avere un ruolo fondamentale nel contrastare le minacce provenienti dal mondo digitale.