Un primato che si consolida
L’Italia consolida il suo primato mondiale per numero di siti UNESCO, raggiungendo quota 60 con l’inserimento della Via Appia nella lista del patrimonio dell’umanità. Il Belpaese si conferma in vetta alla classifica sia per il numero totale di iscrizioni che per il patrimonio di tipo culturale, che ora ammonta a 54 siti. I rimanenti 6 siti sono di tipo naturale, luoghi di eccezionale bellezza estetica, scientifica o conservativa.
Il primo riconoscimento UNESCO per l’Italia risale al 1979, con le incisioni rupestri in Val Camonica. Da allora, una lunga serie di opere e località si sono aggiunte alla lista, tra cui l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci a Milano, i centri storici di Roma, Firenze e Napoli, le aree archeologiche di Pompei ed Ercolano, Ferrara e il suo delta del Po, e le città tardo barocche del Val di Noto in Sicilia.
Il patrimonio italiano si estende su tutto il territorio nazionale, includendo anche le linee ferroviarie dell’Albula e del Bernina tra la Svizzera e la Lombardia, e il Castel del Monte in Puglia, un tempo presente sul retro delle monetine da 1 centesimo.
Un’ombra di preoccupazione: la ‘black list’ UNESCO
Il primato italiano si accompagna a una responsabilità altrettanto importante: la tutela del patrimonio. L’UNESCO, infatti, possiede un elenco di siti in pericolo, una sorta di ‘black list’, che include luoghi a rischio di estinzione di specie, conflitti armati, sviluppo incontrollato o scarsa manutenzione. L’inserimento in questa lista rappresenta una forma di protezione, con l’obiettivo di sensibilizzare gli stati sulle azioni da intraprendere per la tutela del territorio.
Venezia, ad esempio, è stata più volte a rischio di entrare in questa lista nera, a causa delle grandi navi e dell’innalzamento del livello del mare. Sebbene sia stata ‘salvata’ in diverse occasioni, la situazione rimane delicata e richiede un’attenzione costante.
Il futuro del patrimonio italiano: nuove candidature e sfide da affrontare
L’Italia ha presentato 32 candidature per nuove iscrizioni nei patrimoni UNESCO, tra cui la Cittadella di Alessandria e le cartiere d’Europa, a cui partecipa con Pescia. Tra i siti in attesa di risposta figurano Orvieto e l’isola dell’Asinara.
Il futuro del patrimonio italiano è legato alla capacità di tutelare i siti esistenti e di valorizzare le nuove candidature. La sfida è quella di garantire la conservazione di questi tesori, garantendo al contempo un accesso responsabile e sostenibile per le future generazioni.
La responsabilità della bellezza
Il primato italiano nel patrimonio UNESCO è un motivo di orgoglio, ma anche di responsabilità. La bellezza dei nostri siti è un bene prezioso che va tutelato con cura, non solo per il suo valore storico e artistico, ma anche per il suo ruolo di attrattore turistico e motore di sviluppo economico. La sfida è quella di coniugare la fruizione del patrimonio con la sua conservazione, garantendo un futuro sostenibile per questi luoghi unici.