Un ciclo di apprendimento tossico?
Un nuovo studio guidato da Ilia Shumailov dell’Università di Oxford, pubblicato sulla rivista Nature, solleva un allarme sui potenziali rischi delle Intelligenze Artificiali generative, come ChatGpt. Il timore è che il web, sempre più popolato da contenuti generati da queste IA, possa innescare un meccanismo a spirale di autoalimentazione, portando a un apprendimento ‘tossico’ e al collasso dei modelli stessi.
Le IA generative, come sappiamo, sono sempre più diffuse e vengono utilizzate per la produzione di testi, immagini e video di ogni tipo. Il loro processo di apprendimento si basa sull’analisi di un vasto database di contenuti, come pagine di Wikipedia o set di fotografie, che vengono utilizzati per addestrare i modelli. Il problema sorge quando questi database iniziano a essere contaminati da contenuti generati dalle IA stesse.
Il ‘loop’ dell’autoalimentazione
I ricercatori britannici hanno condotto un esperimento per simulare questo processo di autoalimentazione. Hanno addestrato un sistema di IA con contenuti da esso stesso prodotti, quindi hanno utilizzato questi nuovi contenuti per addestrare un altro modello di IA, e così via. I risultati sono stati allarmanti.
Questo apprendimento ‘in loop’, come lo definiscono gli esperti, ha portato a un progressivo peggioramento della qualità dei contenuti generati. I sistemi di IA hanno iniziato a produrre testi con frasi ripetute, perdendo la capacità di distinguere gli oggetti e, in definitiva, collassando.
Un futuro incerto per l’IA generativa
Lo studio solleva interrogativi sul futuro dell’IA generativa. Se il web si satura di contenuti prodotti dalle IA stesse, il rischio è che i modelli di apprendimento diventino sempre più ‘tossici’, portando a un degrado della qualità e a un’incapacità di generare contenuti significativi.
Gli esperti sottolineano l’importanza di sviluppare strategie per mitigare questo rischio. Potrebbe essere necessario introdurre meccanismi di controllo e di validazione per i contenuti generati dalle IA, così come per garantire una maggiore diversità e qualità dei dati utilizzati per l’addestramento dei modelli.
Un futuro incerto
La ricerca di Oxford solleva un punto cruciale: l’IA generativa, con la sua capacità di auto-replicarsi, potrebbe innescare un circolo vizioso di apprendimento che la porta a generare contenuti sempre più inutili e privi di senso. Questo scenario non solo comprometterebbe la qualità dell’informazione online, ma potrebbe anche ostacolare l’ulteriore sviluppo di queste tecnologie. È fondamentale che la comunità scientifica e le aziende che sviluppano IA generative si impegnino a trovare soluzioni per mitigare questo rischio, garantendo che l’apprendimento delle IA sia basato su dati accurati e diversificati, e che i contenuti generati siano sottoposti a un rigoroso processo di controllo e validazione.