Dazi sul biodiesel cinese e la strategia di de-risking
La Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, ha avviato una strategia di de-risking nei confronti della Cina, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza del Vecchio Continente dal colosso asiatico in diversi settori chiave. I primi effetti di questa strategia si sono visti con l’introduzione di dazi antidumping sul biodiesel importato dalla Cina, che entreranno in vigore dal 16 agosto. La Commissione ha motivato questa decisione con la necessità di contrastare le pratiche di dumping da parte di aziende cinesi che, con il supporto dello stato, vendono prodotti a prezzi inferiori rispetto al costo di produzione, danneggiando l’industria europea.
La misura, che potrebbe rivoluzionare un mercato da 31 miliardi di euro all’anno, ha suscitato la reazione di Pechino, che ha espresso il suo disaccordo e ha avviato un’indagine antidumping sulla carne di suino esportata dai paesi dell’Ue. La strategia di de-risking, però, non si limita ai dazi. L’Ue sta cercando di diversificare le sue fonti di approvvigionamento per le materie prime, in particolare per le cosiddette terre rare, che sono fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate. Attualmente, il 90% delle terre rare utilizzate dall’Ue proviene dalla Cina, ma la Commissione punta a ridurre questa dipendenza attraverso l’estrazione di materie prime all’interno dell’Ue e attraverso accordi con Paesi terzi considerati più affidabili.
Le divisioni all’interno dell’Ue e l’alleanza con l’Ungheria
Nonostante la strategia di de-risking sia stata avviata dalla Commissione Europea, non tutti i Paesi membri sono d’accordo. La Francia e la Germania, in particolare, sono commercialmente legate alla Cina e hanno espresso perplessità sulle misure antidumping. L’Ungheria, invece, si conferma un alleato chiave per la Cina in Europa. Il governo di Viktor Orban ha spalancato le porte agli investimenti cinesi, come dimostra l’apertura di un impianto di produzione di veicoli elettrici da parte di Byd, il più grande produttore di auto elettriche al mondo, proprio in Ungheria.
La strategia di de-risking dell’Ue verso la Cina è un processo complesso che richiede un coordinamento tra i Paesi membri. La Commissione Europea dovrà affrontare le divergenze di opinione tra i Paesi e trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere l’industria europea e la volontà di mantenere buoni rapporti con la Cina.
Considerazioni personali
La strategia di de-risking dell’Ue verso la Cina è un passo importante per il futuro del continente. La dipendenza dalla Cina in settori strategici come le materie prime e le tecnologie avanzate rappresenta un rischio per l’autonomia e la sicurezza dell’Europa. La Commissione Europea ha fatto bene a dare priorità a questa questione, ma il processo di de-risking sarà lungo e complesso. Sarà necessario un coordinamento tra i Paesi membri per garantire che la strategia sia efficace e non danneggi i rapporti con la Cina. Il ruolo dell’Ungheria, come alleato chiave della Cina in Europa, sarà fondamentale in questo processo. Sarà interessante vedere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi e come l’Ue riuscirà a gestire le sfide poste dalla Cina.