La testimonianza della ragazza
La giovane di 19 anni ha confermato la sua versione dei fatti davanti al gip di Milano Alberto Carboni, in un incidente probatorio richiesto dal pm Rosaria Stagnaro. La ragazza ha raccontato di essere uscita di casa dopo una lite con i genitori, di essersi diretta in un parco vicino a casa in zona Niguarda e di essere stata avvicinata da un giovane che mai aveva visto prima. Dopo essersi messi a parlare, l’uomo, che si è presentato come originario dell’Ucraina, le ha proposto una sfida: “Se bevi tutta la bottiglia di vodka di regalo 5 euro”. La ragazza, già stordita, ha accettato e ha finito la bottiglia. Dopo di che, l’uomo l’ha aggredita, abusando di lei e costringendola a un rapporto sebbene non completo. La ragazza ha poi raccontato di essere svenuta a causa dell’eccessivo consumo di alcol, e di non avere più ricordi di quanto accaduto dopo l’aggressione.
Il calciatore nega le accuse
Stanislav Bahirov, 25enne operaio e calciatore dilettante in Serie D nella Vogherese, è indagato per violenza sessuale. L’uomo ha sempre respinto le accuse e la sua versione dei fatti è totalmente diversa da quella della ragazza. A gennaio, Bahirov era stato arrestato su disposizione del giudice Carboni, ma poi era stato liberato in quanto gli esiti del test del dna avevano escluso che fossero sue le tracce genetiche repertate sulla 19enne.
Il caso in tribunale
Il caso è ora in fase di istruttoria e si attende la decisione del gip sulla richiesta di rinvio a giudizio del calciatore. La ragazza, che è sempre stata ritenuta credibile, ha ribadito la sua versione dei fatti, mentre il calciatore continua a negare le accuse. Il processo si preannuncia lungo e complesso, con la necessità di ricostruire con precisione gli eventi della notte tra il 22 e il 23 ottobre scorsi.
Considerazioni
Questo caso solleva importanti questioni sulla violenza sessuale e sulla difficoltà di ottenere giustizia per le vittime. La testimonianza della ragazza è stata ritenuta credibile, ma l’assenza di prove concrete, come il test del dna che ha escluso la presenza del calciatore, rende il caso complesso. È importante ricordare che la violenza sessuale è un crimine grave e che le vittime devono essere ascoltate e credute. La giustizia deve essere fatta per garantire che i colpevoli siano puniti e che le vittime ricevano il supporto di cui hanno bisogno.