Corteo di protesta ad Ancona
Un corteo di familiari e amici delle sei vittime della tragedia della discoteca Lanterna di Corinaldo si è svolto questa mattina ad Ancona, in segno di protesta contro la sentenza del processo che ha visto l’assoluzione degli imputati dalle accuse più gravi. Il corteo, composto da circa un centinaio di persone, ha percorso le vie del centro cittadino, partendo da piazza Cavour e arrivando prima sotto la Prefettura, in piazza del Plebiscito, e poi davanti al tribunale di corso Mazzini.
Con striscioni come “Giustizia per le vittime della Lanterna”, “Ma quale legge, ma quale Stato, qui non sussiste nessun reato”, “Gli innocenti nelle bare, i colpevoli liberi”, “E ora di chi possiamo fidarci?” e “Li avete uccisi di nuovo”, i manifestanti hanno espresso il loro profondo dissenso per la decisione del tribunale.
La sentenza del 17 giugno
La sentenza del 17 giugno scorso ha visto l’assoluzione degli imputati dalle accuse più gravi di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, relative alla sicurezza del locale e alle autorizzazioni rilasciate per farlo aprire nonostante le carenze strutturali. Gli imputati, che includevano la commissione di pubblico spettacolo e i tecnici che vagliarono lo stato della discoteca, sono stati condannati solo per falso, con pene che vanno da un anno a un anno e due mesi.
La sentenza ha stabilito che non ci sarà alcun risarcimento per i familiari delle vittime, una decisione che ha suscitato grande indignazione tra i parenti delle vittime.
Le reazioni dei familiari
Giuseppe Orlandi, padre di Mattia, uno dei ragazzi morti, ha definito la sentenza “ignobile”, affermando che il tribunale aveva a disposizione tutte le irregolarità e le prove necessarie per un verdetto diverso.
Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini, la mamma morta a Corinaldo, ha espresso la sua sfiducia nella giustizia, dichiarando: “Questa giustizia non regge molto, sono sfiduciato”.
Fazio Fabini, padre di Emma, anche lei tra le vittime, ha lamentato di aver passato 44 giorni in tribunale senza ottenere alcun riconoscimento dallo Stato.
Francesco, fratello di Benedetta Vitali, ha sottolineato che “il 17 giugno hanno ucciso i nostri cari un’altra volta”.
A turno, gli amici dei ragazzi morti hanno preso il microfono per ricordare i propri amici, con le foto delle vittime appese al collo. Il corteo è stato accompagnato da musica e applausi.
Considerazioni personali
La tragedia di Corinaldo è un evento che ha sconvolto l’Italia, e la sentenza del tribunale ha suscitato grande dolore e indignazione tra i familiari delle vittime. La mancanza di un risarcimento per le famiglie e l’assoluzione dalle accuse più gravi per gli imputati hanno alimentato un senso di ingiustizia e di sfiducia nel sistema giudiziario. È importante che le istituzioni si impegnino a garantire la sicurezza dei locali pubblici e che la giustizia sia equa e trasparente, soprattutto nei casi di gravi tragedie come quella di Corinaldo.