Critiche al G7 e la necessità di un approccio pragmatico
Il giurista d’impresa ed esperto di economia internazionale Nunzio Bevilacqua ha espresso un giudizio critico sul recente summit del G7 in Brasile, definendolo caratterizzato da “molti proclami e poche idee ‘coagulabili’ nelle eterogenee realtà economico-sociali rappresentate”. Bevilacqua si è concentrato in particolare sulle discussioni sulla tassazione delle super ricchezze, ritenendole generiche e poco concrete.
“Quando si parla, in ordine sparso, di tassazione delle super ricchezze – sottolinea – si dovrebbe innanzitutto distinguere tra quella, prioritaria, delle società la quale dovrebbe avere un ‘minimum’ per far sì che lo Stato in questione goda di una certa ‘affidabilità’ nella Comunità Internazionale ed eviti dei comportamenti che, andando oltre un ‘delta’ di libertà nella scelta Paese, sconfinino in decisioni distorsive dei mercati internazionali; per le ricchezze delle persone fisiche”.
Un approccio graduale e mirato alla tassazione
Bevilacqua ha proposto un approccio più pragmatico alla tassazione, suggerendo di agire a livello nazionale prima di affrontare temi globali complessi. “Al contrario – rileva – non potendo palesemente esserci una ‘utopistica redistribuzione mondiale’ residua, al suo posto, una discrezionale ‘scelta sociale’ del Paese nell’attuare la misura a fini, si auspicherebbe, non politicamente ‘punitivi ‘ ma redistributivi interni ed ovviamente in modo preponderante per quegli Stati che necessitino – come ad esempio il Brasile – di interventi sociali su vasta scala per attenuare le rilevanti sperequazioni sociali”.
L’esperto ha poi suggerito di “agire chiedendo, pro-attivamente, un maggiore reinvestimento nel Paese di localizzazione, in funzione di conversione della maggiore tassazione; anche per i super ricchi, tema assolutamente di sovranità Statale, si potrebbe richiedere una maggiore partecipazione ad attività nell’economia reale, non diventando ‘repellenti’ per le grandi ricchezze individuali ma al tempo stesso evitando una totale immobilizzazione di patrimoni e predisponendo delle ricadute positive sui territori”.
La necessità di una maggiore equità fiscale a livello nazionale
Bevilacqua conclude affermando che “prima di avere la pretesa di voler affrontare a livello mondiale tematiche chiaramente non realizzabili collettivamente, incidendole magari in memorandum che preservino, a futura memoria, le buone intenzioni in ordine sparso, si dovrebbe iniziare, Stato per Stato, a creare sistemi fiscali interni – agendo in primis verso i rispettivi super-ricchi nazionali – più equi e dar prova che già internamente si da luogo a redistribuzione, con il ‘coraggio sovrano’ di attingere anche a persone che all’interno del proprio Paese, per la loro ‘potenza economica’, potrebbero avere una qualche influenza elettorale”.
Un approccio pragmatico per una maggiore equità
L’analisi di Bevilacqua offre una prospettiva critica e pragmatica sul tema della tassazione delle super ricchezze. La sua proposta di concentrarsi su azioni concrete a livello nazionale prima di affrontare temi globali complessi è un approccio realistico e sensato. La sua idea di incoraggiare una maggiore partecipazione dei super ricchi all’economia reale, con ricadute positive sui territori, è un’idea interessante che merita di essere esplorata. In definitiva, Bevilacqua sottolinea la necessità di un’azione concertata e coordinata tra i Paesi per raggiungere una maggiore equità fiscale e sociale.