La protesta del governo cileno
Il governo cileno, guidato dal presidente progressista Gabriel Boric, ha espresso la sua forte disapprovazione nei confronti del Venezuela per aver impedito l’ingresso di due senatori cileni, Rojo Edwards (Psc, ultraconservatore) e Felipe Kast (Evopoli, centro-destra). I due senatori erano stati invitati dalle forze di opposizione venezuelane a fungere da osservatori alle elezioni che si terranno domani. Il Ministero degli Affari Esteri cileno ha consegnato una nota di protesta all’ambasciatore venezuelano in Cile, Arevalo Mendez, per denunciare l’accaduto.
Le dichiarazioni dei senatori
Il senatore Kast ha dichiarato su X (ex Twitter) che la delegazione ufficiale del Senato cileno è stata “espulsa” dal Venezuela, con la motivazione che non avevano i requisiti per entrare nel Paese. Il senatore Edwards, invece, ha espresso la sua determinazione, affermando che la decisione del governo venezuelano “ci dà più forza per continuare a difendere la democrazia in Venezuela e in America Latina”.
Un’azione contro la democrazia
L’espulsione dei senatori cileni da parte del governo venezuelano è un segnale preoccupante. L’impedimento alla partecipazione di osservatori internazionali alle elezioni è un’azione che mina la trasparenza e la credibilità del processo elettorale. Questo episodio riaccende le preoccupazioni sulla situazione politica in Venezuela, che è stata a lungo caratterizzata da un clima di repressione e violazione dei diritti umani.