L’assoluzione di Manganaro
Il carabiniere Fabio Manganaro è stato assolto dall’accusa di misura di rigore non consentita dalla legge per aver posto una benda sul viso di Gabriel Natale Hjorth, fermato nell’ambito delle indagini per la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. La decisione è stata emessa dal Tribunale di Roma il 26 aprile scorso.
Secondo i giudici, l’azione del militare non era finalizzata a un atto criminoso, ma a un tentativo di riportare Hjorth alla calma e di compiere meglio gli atti di polizia giudiziaria. Nelle motivazioni della sentenza, i magistrati scrivono che Manganaro ha agito con la “volontà di proteggere l’integrità fisica e psichica di Hjorth”, cercando di “riportarlo alla calma e di meglio compiere gli atti di polizia giudiziaria”.
I giudici hanno sottolineato che l’azione di Manganaro non è stata accompagnata dalla “coscienza e volontà di realizzare una condotta criminosa”, come “determinare consapevolmente un significativo peggioramento della restrizione della libertà personale e magari anche di umiliare il fermato per fini vendicativi o di impedire a Natale Hjorth di riconoscere gli altri militari che lo stavano insultando o minacciando”.
Nonostante l’azione di Manganaro sia stata definita “oggettivamente una irrituale temporanea misura di maggior rigore”, i giudici hanno concluso che il carabiniere ha “agito senza la volontà di modificare in senso peggiorativo lo stato di restrizione in cui si trovava legalmente Natale Hjorth”.
Il contesto del caso
Il caso riguarda la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuta a Roma nel luglio 2019. Hjorth e un altro giovane, Finnegan Lee Elder, erano stati arrestati con l’accusa di omicidio. Durante il fermo, Manganaro aveva posto una benda sul viso di Hjorth, un’azione che ha portato all’accusa di misura di rigore non consentita dalla legge.
Il caso ha suscitato grande attenzione mediatica e ha sollevato questioni sulla legittimità delle azioni delle forze dell’ordine durante i fermi. La sentenza di assoluzione di Manganaro ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che hanno espresso soddisfazione per la decisione, mentre altri hanno sollevato dubbi sulla legittimità dell’azione del carabiniere.
Considerazioni
L’assoluzione di Manganaro solleva importanti questioni sul ruolo delle forze dell’ordine durante i fermi e sulla legittimità delle misure di rigore. È fondamentale che le azioni delle forze dell’ordine siano sempre in linea con la legge e con i principi di rispetto dei diritti umani.
La sentenza di assoluzione di Manganaro dimostra che la valutazione delle azioni delle forze dell’ordine deve essere basata su una serie di fattori, tra cui le circostanze specifiche del caso e le intenzioni del soggetto che agisce. È importante che i giudici valutino attentamente l’intenzione del soggetto che agisce, al fine di distinguere tra un’azione illegittima e un’azione finalizzata a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.