Un padre al festival di Giffoni
Alessandro Borghi, reduce dal successo di “Supersex” e in procinto di conquistare la Mostra del Cinema di Venezia con il film “Campo di Battaglia” di Gianni Amelio, ha fatto tappa al festival di Giffoni. La sua esperienza, però, è stata diversa dal solito, perché da poco è diventato papà. “Devo dire – ammette – che certe cose le vedi in modo diverso, cambiano di punti di vista e vedo le cose attraverso gli occhi di mio figlio pensando a cosa mi chiederà, cosa gli piacerà”. E subito aggiunge: “Comunque ho già chiesto a quelli del festival “quando lo posso mandare qui…”.”.
L’influenza di Gianni Amelio
Parlando dei film di Venezia, Borghi ha espresso la sua ammirazione per Gianni Amelio: “L’ultimo in termini di tempo che ha veramente cambiato la mia vita è Gianni Amelio, un uomo di 80 anni che ha la forza di un barbaro di 20. Abbiamo fatto un film al freddo, -10 gradi in mezzo alle montagne, e non è praticamente mai stato seduto. Mi ha ricordato cosa vuol dire essere innamorati dell’idea di raccontare una storia usando il cinema. È stato incredibile. Non vedo l’ora di vedere altri 100 film di Gianni”.”.
Un futuro da regista?
Sulla possibilità di diventare regista, Borghi scherza: “Ho pensato di andare dietro la telecamera e poi di ritornare da davanti, giusto per fare un giro. Scrivo molto e ogni tanto ci penso, ma non so come fanno i miei colleghi a dirigere e a recitare assieme e dovendo scegliere, sceglierei ancora di fare l’attore”.”.
Supersex e la sessualità
Inevitabile parlare di “Supersex”, la serie Netflix ispirata alla vita di Rocco Siffredi. “La sessualità è uno dei temi che in questo paese non si sa bene come trattare, era uno dei miei top e mi è piaciuto contribuire a scardinarlo… Infatti a metà del pubblico è piaciuta tantissimo e all’altra no…”.
La libertà di scelta
Borghi crede che l’importante sia sentirsi liberi di scegliere il proprio percorso: “Da chi fa sesso a 15 anni a chi vuole rimanere vergine fino a 25 – spiega – basta che siano felici e che nessuno giudichi o vada a rompere all’altro. Già che non se ne parli a scuola è assurdo. Io a mio figlio appena parla gli insegno tutto, leviamoci il pensiero. Poi mi chiamerà la maestra…” dice ridendo.
Nuovi orizzonti
Borghi si dice aperto a nuove sfide: “Ci sono tutta una serie di tematiche che considero la mia zona di confort e mi piacererebbe uscire da lì”. E tra i temi che gli sembrano più urgenti da affrontare c’è quello dei social media: “Io ho un pessimo rapporto con questo mondo e c’è un tema come quello dell’ego e della costruzione di un alter ego virtuale che io trovo davvero come uno dei grandi problemi storici di quest’epoca e non riguarda solo i giovani. Vedo in continuazione persone di fronte a me, diverse, molto e troppo diverse da quello che propinano sui social: perché si sentono di non essere abbastanza e perché vengono propinate sui social delle figure che secondo loro sono migliori di loro. Infatti sono abbastanza contento che ultimamente ci sia stata questa sorta di “rivolta” verso alcune figure di influencer”.”.
Critica al cinema italiano
Borghi non risparmia critiche al cinema italiano: “Ne parliamo da tanto tempo, c’è un grandissimo problema distributivo e c’è un problema su chi prende i soldi per fare i film. Spesso mi chiedo: ma perché danno i soldi per fare un film oggettivamente brutto e improponibile. Poi però magari va bene al box office… Non c’è una ricetta. Però, certo, vedo finanziati film inguardabili mentre restano senza fondi film di ragazzi talentuosi che sono solo meno commerciali. Sicuramente c’è un sistema che a che fare con tantissimi criteri che non hanno a che fare con la bellezza”.”.
Un futuro incerto
Borghi si dice blindato sui suoi progetti futuri, ma non esclude una possibile carriera musicale: “Chissà! Forse prima o poi farò un album da solista visto che suono male la chitarra e canticchio. Non sono più giovane e devo cercare continuamente modi per sorprendermi, questo potrebbe essere uno di questi…”.”.
Un’infanzia e un’adolescenza non convenzionali
Borghi ricorda la sua infanzia e adolescenza come un periodo di grande libertà: “Ero abbastanza furbo da non fare cose tali da finire nei guai, sostanzialmente buono, mi sentivo male rispetto alle ingiustizie, anche bullizzato finché non ho cominciato a menare, cresciuto per strada con degli scapestrati a cui sono legato ancora in maniera pura e viscerale, sono quelli che mi rendono veramente felice a parte la mia compagna e mio figlio ovviamente. E sono anche i miei primi giudici, dei veri pezzi di m… che mi dicono ‘bravissimo’ oppure ‘hai fatto schifo’ senza filtri”.”.
Un’analisi critica del cinema italiano
Le parole di Alessandro Borghi sul cinema italiano sono un invito a riflettere sulla situazione attuale. La sua critica al sistema di finanziamento e distribuzione, che premia film commerciali a discapito di opere più coraggiose e innovative, è un’analisi che merita attenzione. La sua voce, come quella di tanti altri artisti, si unisce al coro di chi chiede un cambio di rotta, un sistema più equo e che valorizzi la qualità artistica al di sopra di tutto. Sarebbe interessante approfondire questo tema e indagare sulle possibili soluzioni per migliorare la situazione del cinema italiano, un settore che ha un grande potenziale ma che necessita di un rinnovamento.