Un piano europeo per l’IA: l’appello di Marco Landi
“E’ bellissimo che l’Europa si dia da fare per regolamentare l’IA, ma non dovremmo invece creare un piano europeo per l’intelligenza artificiale, in cui immettiamo le università, in cui mettiamo le grandi imprese, in cui mettiamo le startup, i grandi enti di ricerca?”
E’ l’interrogativo posto da Marco Landi, già vicepresidente di Apple e attualmente presidente dell’Institut EuropIa, che oggi a Firenze ha tenuto una lectio magistralis al convegno ‘Le nuove sfide dell’Intelligenza artificiale. Quali strategie per l’Ai in Toscana’.
Landi ha sottolineato la necessità di creare un sistema di supporto per i giovani talenti italiani che si occupano di IA, per evitare che diventino “lavoratori in una colonia” sotto l’influenza dei grandi player americani.
“Creiamo un sistema in cui, se c’è un’idea buona che viene dai nostri giovani, i giovani trovino un sistema che li aiuti, che li supporti”, ha esortato Landi, secondo cui i grandi player dell’Ia d’Oltreoceano “stanno diventando delle potenze enormi che ci condizioneranno, hanno dei margini di manovra, hanno delle capacità finanziarie e quindi un’influenza geopolitica che va al di là degli Stati. Facciamo sentire la nostra voce: parliamo sì di regolamentazione, ma parliamo anche di uno sviluppo di un’Ia che permetta ai nostri giovani di non diventare lavoratori in una colonia”.
Il caso di QuestIt: un esempio di eccellenza italiana
Landi ha anche ricordato che l’Italia non è affatto indietro nel campo dell’IA, citando l’esempio dell’azienda senese QuestIt, che ha creato un assistente virtuale che parla la lingua dei segni. “Se questo l’avessero fatto in California il mondo intero ne avrebbe parlato, ma siamo a Siena”, ha sottolineato Landi.
Secondo Landi, il problema non è la mancanza di talento, ma la mancanza di un sistema di supporto per queste realtà, soprattutto a livello finanziario. “Non siamo capaci di fare sistema, non esiste per tutte queste nostre meravigliose realtà un sistema di supporto, finanziario soprattutto. Sento dire da tutti i vari governi che hanno messo 500 milioni di qui, 500 milioni di là. Dove vanno? Avete visto un’impresa italiana che si sia elevata a un rango non dico europeo, ma che perlomeno possa essere capace di competere a livello europeo? Non esiste”.
La sfida dell’innovazione in Italia
L’appello di Marco Landi pone in evidenza un problema cruciale per il futuro dell’innovazione in Italia: la necessità di creare un ecosistema di supporto per le startup e le imprese che operano nel campo dell’intelligenza artificiale. La mancanza di un sistema di finanziamento e di collaborazione tra università, imprese e enti di ricerca rischia di limitare il potenziale di crescita del settore in Italia e di farci diventare “lavoratori in una colonia” sotto l’influenza di altre potenze. E’ fondamentale che il governo e le istituzioni si impegnino a creare un ambiente favorevole all’innovazione, che permetta alle aziende italiane di competere a livello internazionale.