Un trionfo di musica e emozioni
L’Arena Sferisterio di Macerata ha ospitato ieri sera la nuova produzione de La Norma di Bellini, seconda opera in cartellone del 60° Macerata Opera Festival. Il pubblico ha accolto la rappresentazione con oltre dieci minuti di applausi e ovazioni, un entusiasmo che ha accompagnato l’esecuzione delle arie più significative dell’opera, premiando un cast al debutto nei ruoli principali.
Marta Torbidoni, nel ruolo di Norma, ha offerto una performance eccellente sia in voce che in recitazione, mentre Roberta Mantegna (Adalgisa) e Antonio Poli (Pollione) hanno saputo creare un’atmosfera di grande affiatamento e coinvolgimento, incantando il pubblico con la loro interpretazione equilibrata.
Oltre al cast di eccezione, anche la direzione orchestrale di Fabrizio Maria Carminati sul podio della Form ha contribuito al successo della serata, così come le prestazioni di Riccardo Fassi (Oroveso), Carlotta Vichi (Clotilde) e Paolo Antognetti (Flavio). Il Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini e i figuranti hanno contribuito a creare veri e propri quadri viventi, illustrando i momenti salienti della narrazione.
Una regia minimalista e metafisica
La regia di Maria Mauti si è distinta per la sua minimalità e il suo carattere metafisico, lasciando spazio alle voci e creando un’atmosfera sospesa e senza tempo. Sul muro dello Sferisterio è stata posizionata una luna dal diametro di sei metri, una “Casta diva” che illumina metafisicamente la vicenda che si svolge al di sotto.
Scale semoventi, ispirate a quelle della villa museo Malaparte a Capri, scandiscono i momenti salienti del dramma, creando un’atmosfera sospesa e senza tempo. I movimenti dei figuranti, ieratici e rituali, come quelli degli interpreti, contribuiscono ad accentuare quest’allucinata fissità.
La luna, salendo una scala (e non sul rogo come nel libretto), diventa il simbolo del ritorno dei due amanti alla madre, uniti nella morte. Una regia astratta, sostenuta visivamente dai costumi scuri e lineari ispirati alle tuniche romane di Nicoletta Ceccolini, che si accendono di rosso e d’arancio per Norma e Adalgisa.
Un’opera che racconta di amore, tradimento e redenzione
Scritta nel 1831 e ambientata in Gallia al tempo dei Romani, l’opera racconta la storia di Norma, una sacerdotessa druidica che infrange i voti di castità, intrattenendo una relazione da cui nascono due figli con il proconsole invasore Pollione. Pollione, però, è innamorato anche di Adalgisa, ministra del tempio, che ignara di tutto confessa la sua colpa a Norma.
Norma, dapprima la scioglie dai voti, ma poi, scoperto chi è l’amante, pensa di punirlo uccidendo i propri figli. Incapace di compiere questo atto, sostenuta dall’onestà di Adalgisa, con la quale instaura un rapporto di sorellanza suggellato da meravigliosi duetti, decide di confessare e farsi giustiziare.
Tutto ciò, non senza aver provocato prima una guerra con i romani, seguita nella morte da un Pollione ravveduto che torna ad amarla.
Un’opera che tocca il cuore
La Norma di Bellini è un’opera che non solo incanta con la sua bellezza musicale, ma che tocca il cuore con la sua storia di amore, tradimento e redenzione. La regia di Maria Mauti ha saputo creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, che ha contribuito a rendere l’opera ancora più intensa e emozionante.