Un’avventura musicale che dura da 30 anni
Il Jerusalem Quartet, un gruppo di archi israeliano che ha raggiunto il successo internazionale, si appresta a celebrare un importante traguardo: 30 anni di attività. La loro storia inizia nel 1993-1994, quando erano solo adolescenti e il direttore del Music Center di Gerusalemme li scelse per formare un ensemble. Da allora, il quartetto ha attraversato diverse tappe, con un solo cambio di formazione dopo 16 anni, quando Amihai Grosz lasciò il gruppo per diventare prima viola dei Berliner Philharmoniker. Come ha raccontato il violoncellista Kyril Zlotikov, il quartetto è diventato una seconda famiglia, con tutti i suoi alti e bassi. “Noi tre che suoniamo dall’inizio siamo praticamente fratelli, ci conosciamo troppo bene”, ha aggiunto Zlotikov, sottolineando la profonda complicità che lega i musicisti.
Un concerto a Pietrasanta
Il Jerusalem Quartet ha recentemente incantato il pubblico di Pietrasanta con un concerto nel Chiostro di Sant’Agostino, in occasione del festival “Pietrasanta in Concerto”. La formazione, composta da Alexander Pavlovski (primo violino), Sergei Bresler (secondo violino), Ori Kam (viola) e Kyril Zlotikov (violoncello), ha eseguito con maestria il Quartetto d’archi op. 12 di Mendelssohn e, con il pianista Matan Porat, il Quintetto op. 81 di Dvorak. Il concerto è stato un momento di grande emozione per il pubblico, che ha apprezzato la bellezza e la perfezione dell’esecuzione.
Un’identità israeliana e le sfide del conflitto
L’identità israeliana del Jerusalem Quartet lo rende un ambasciatore musicale del suo paese, ma anche un obiettivo di proteste politiche. Nel 2010, un loro concerto a Londra fu interrotto da un gruppo di dimostranti. Anche nel 2023, una sala ha annullato il loro spettacolo e il Concertbouw di Amsterdam ha cancellato due concerti a causa di proteste antisraeliane. Esibirsi oggi, mentre Israele è in guerra con Hamas, non è facile. “Parlo per me, non esprimo posizione del quartetto perché ognuno ha la propria opinione in proposito”, ha detto Zlotikov. “Naturalmente noi sosteniamo il nostro paese e il nostro popolo. Come ci si può sentire andando in giro per il mondo a suonare mentre nel tuo paese la gente può morire solo perché è ebrea? Ovviamente male.”
Riflessioni sul conflitto
Zlotikov ha poi aggiunto una riflessione sul conflitto israelo-palestinese, sottolineando la difficoltà di trovare una soluzione. “Non si intravede la fine del conflitto”, ha osservato, “perché lo scontro riguarda due mondi completamente diversi. In vari paesi europei si cerca di convincere Israele su cosa dovrebbe fare senza capire che le mentalità di due popoli che vivono nello stesso pezzo di terra sono diversissime così come le priorità della vita e i valori.”
Un futuro ricco di impegni
Il Jerusalem Quartet, composto da musicisti provenienti da diverse nazioni, si esibisce nelle principali sale da concerto internazionali e ha collezionato premi e riconoscimenti per le sue registrazioni. Il gruppo ha un futuro ricco di impegni, con concerti in programma in Italia, Germania, Belgio, Olanda, Israele e Stati Uniti. Il 2024 si concluderà con una tournée in Asia. Il Jerusalem Quartet è un gruppo che ha saputo unire talento musicale e impegno sociale, diventando un esempio di come la musica possa essere un ponte tra culture e un messaggio di pace e speranza.
La musica come ponte tra culture
L’esperienza del Jerusalem Quartet dimostra come la musica possa essere un potente strumento di comunicazione e di dialogo tra culture. Nonostante le sfide del conflitto israelo-palestinese, il quartetto continua a portare la sua musica in tutto il mondo, promuovendo la bellezza e l’armonia. La loro musica è un messaggio di speranza e di unità, un invito a superare le divisioni e a costruire ponti di comprensione.